‘Cicoli’ chiude dopo settant’anni: “È stato un onore vestire la vallata”

La storica boutique di Calcinelli ha abbassato le saracinesche. Il titolare Pierluigi: "È ora di riposarsi". Ma il commercio era nel Dna di famiglia: "Già nel 1923, nonna Maria vendeva biancheria a Serrungarina"

'Cicoli’ chiude dopo settant’anni: "È stato un onore vestire la vallata"

'Cicoli’ chiude dopo settant’anni: "È stato un onore vestire la vallata"

Calcinelli (Pesaro Urbino), 10 gennaio 2024 – Ha chiuso i battenti per sempre, a Calcinelli, ‘Cicoli Abbigliamento’, una delle boutique storiche e più note della provincia, fondata nel 1954 e che dal ’63 ad oggi (o meglio, fino a domenica 7 gennaio, ultimo giorno di apertura) ha accolto i clienti nella sua sede di via Flaminia. Clienti che in tutti gli ultimi 50 anni hanno sempre incontrato il sorriso e la competenza di Pierluigi Cicoli.

Signor Pierluigi, com’è nata la decisione di chiudere?

"Arrivato a 70 anni è ora che vada in pensione e, soprattutto, che possa godersi un po’ di relax anche mia moglie Anna, che dal 1984 in poi ha gestito insieme a me il negozio. E siccome i nostri figli gemelli Alessandro e Francesco hanno preso strade diverse, scegliendo di fare uno il commercialista e l’altro l’ingegnere, non ci restava che abbassare le saracinesche".

Come ha preso il via l’attività?

"Dobbiamo tutto alla mia nonna paterna Maria Valentini, che già nel 1923 vendeva biancheria a Serrungarina, dove abitava, e poi nei paesi vicini, coinvolgendo da giovanissimo anche mio babbo Bruno che iniziò a seguirla nei mercati".

Quando il primo negozio a Calcinelli?

"Era il 1954, mio padre e mia mamma Maria Giombetti aprirono l’attività in via Oriani, dove rimasero fino al 1963".

E poi?

"Ci fu il trasferimento nel nuovo negozio di via Flaminia, dove siamo rimasti fino ad oggi, grazie anche, all’intuizione di allora del dottor Alfio Gamba di Pesaro, che aveva un ingrosso di abbigliamento e ha creduto e sostenuto il progetto di mia madre".

Nel ’74 il suo ingresso nello staff.

"Sì, avevo 20 anni e mi ero appena diplomato quando ho deciso di lavorare al fianco dei miei. E da allora sono sempre rimasto in negozio, rilevando l’attività nel 1979, quando mancò il babbo. Eravamo io e la mamma e poi, dall’’84, si è aggiunta mia moglie Anna. Dal ’93 in poi ci siamo avvalsi anche della collaborazione di Tiziana, la sorella di Anna, che è stata una figura importantissima e ha sempre curato nei minimi dettagli il nostro negozio".

Più che negozio una boutique.

"Che le devo dire. Mia madre (che oggi ha 96 anni) ha sempre cercato di tenere alto il livello di qualità e anche io e mia moglie abbiamo seguito il suo esempio, svolgendo un lavoro di ricerca costante e con l’obiettivo di dettare uno stile ben preciso".

In questi cinquant’anni qual è stato il periodo migliore?

"Se devo parlare in termini numerici, gli anni ’80 sono stati unici, ma anche dopo, tra gli alti e i bassi determinati dalle congiunture economiche è andata sempre bene e la cosa che più ci ha appagati è stato il rapporto con i clienti. Del resto, noi abbiamo sempre messo al centro proprio il cliente, dedicandoci con passione alle sue esigenze. E oggi, i tanti messaggi di affetto che ci stanno arrivando sono la testimonianza eloquente che abbiamo lavorato bene".

Senta, ma non ha un po’ di malinconia?

"Certamente sì. Ma è unita alla soddisfazione per quello che siamo riusciti a fare, restando per molti anni un punto di riferimento per tantissima gente della Valmetauro e dell’intera provincia".