L’ultimo saluto a Vangi. Sgarbi: "Dialogava con Donatello e Michelangelo"

In duomo il funerale dello scultore, morto martedì a 93 anni. Tra i volti noti, anche l’architetto Mario Botta arrivato da Lugano.

L’ultimo saluto a Vangi. Sgarbi: "Dialogava con Donatello e Michelangelo"

L’ultimo saluto a Vangi. Sgarbi: "Dialogava con Donatello e Michelangelo"

Pesaro, 29 marzo 2024 – L’architetto Mario Botta è sceso da Lugano; Vittorio Sgarbi è arrivato da Roma per ricordare poi dal pulpito Giuliano Vangi, questo artista che "dialogava con Donatello e Michelangelo". Aggiungedo poi che "l’artista non muore, resta e la sua lingua universale è una stanza senza fine". Uno Sgarbi che ha anche ricordato al vicesindaco Daniele Vimini quella mostra delle opere di questo scultore-pittore "che ha scelto Pesaro, soprattutto in questo anno che è capitale della cultura, come luogo in cui vivere".

Prima di Sgarbi erano saliti sul pulpito della Cattedrale, per celebrare la figura di Giuliano Vangi il prefetto Emanuala Greco che ha portato anche le espressioni di cordoglio del Governo, quindi un esponente della giunta di Barberino del Mugello che ha sottolineato l’attaccamento alla sua terra di questo loro figlio. Poi è stata la volta di Massimo Seri, sindaco di Fano che ha dipinto così la figura di Vangi: "Un uomo visionario che ha segnato il nostro tempo. Non solo una persona straordinaria ma anche un uomo di grande modestia". Dopodiché il sindaco di Fano ha ricordato anche l’ultimo sogno di Vangi e cioè la realizzazione della piazza dedicata a Vitruvio: "Un dono fatto alla città e che un giorno forse si relizzerà".

Quindi è stata la volta del vicesindaco di Pesaro Daniele Vimini – era presente anche il sindaco Matteo Ricci –: "Un artista, Vangi, – ha detto Vimini – che aveva un respiro universale e che resterà nelle memoria come capita a tutti i grandi. E’ riuscito a dare forma alla spiritualità". Per poi aggiungere: "Non era di Pesaro, di Fano, di Barberino del Mugello oppure di Pietrasanta, perché era un uomo dell’umanità". Una città che forse riuscirà a sistemare i locali di palazzo Mosca, che spesso Vangi ha visitato, perché sono arrivati i finanziamenti. Lì una mostra permanente dei disegni preparatori delle opere di questo artista. Ad ascoltare in prima fila la moglie Graziella con i due figli e quindi i nipoti.

Un grande omaggio fatto a questo artista con il Duomo pieno, con persone che sono arrivate anche da fuori città. Una chiesa che ha anche messo in evidenza le assenze, da quelle degli amanti dell’arte moderna, come ha accennato ad un certo punto anche Sgarbi, all’assenza totale di esponenti dell’università, del mondo delle arti, dell’Accademia, ed anche di quell’istituto Mengaroni dove Vangi ha iniziato la sua avventura pesarese, assieme a Sguanci e Vannini "persone e artisti che hanno dato una svolta culturale alla città", come ha sottolineato Viviana Bucci, la figlia del ceramista Franco. Tra i presenti anche Emerson Gattafoni che lo scorso anno ha girato un documentario sulla città che ruotava attorno proprio alla figura di Giuliano Vangi.

Sgarbi scendendo dal pulpito ha lasciato l’incarico morale all’architetto Mario Botta di creare una tomba per un artista "perché gli artisti non muoiono".

m.g.