REDAZIONE PESARO

Morì a 18 anni dopo aver assunto oppio. Condannato il padre, la fidanzata patteggia

Il verdetto sulla tragedia di Mattia Epifani, morto nel 2020 a Gradara: la ragazza accusata di omicidio colposo. Ma la madre del giovane contesta: "Mio figlio non era un tossicodipendente, faremo appello" .

Si è chiusa con tre condanne la vicenda giudiziaria che riguarda la morte del giovane Mattia Epifani, 18 anni appena compiuti, originario di Montescudo-Monte Colombo. Il ragazzo venne trovato in fin di vita il 28 agosto 2020 nella casa di Gradara della sua fidanzata, ora 23enne. La causa della morte di Mattia è stata un arresto cardiorespiratorio come conseguenza dell’assunzione di oppiacei. E ieri mattina il giudice del tribunale di Pesaro ha pronunciato una sentenza di condanna per omicidio colposo a un anno di reclusione (pena sospesa), dietro richiesta di patteggiamento, nei confronti della fidanzata di Mattia Epifani. Condannato, con giudizio abbreviato, anche il padre del ragazzo, ora 50enne, difeso dall’avvocato Annunziata Cerboni Bajardi. Per lui l’accusa era di aver ceduto un farmaco contenente marijuana al figlio. La pena stabilita dal giudice, per il genitore, è stata di 4 mesi e 10 giorni. Un anno e 6 mesi di reclusione è invece la pena comminata al pusher, un albanese di 31 anni residente a Bologna, che ha venduto l’oppio a Mattia. Anche per lui, difeso dall’avvocato Francesca Gabriele, la pronuncia è arrivata a seguito di giudizio abbreviato.

"La decisione di chiedere un patteggiamento da parte della ragazza – ha sottolineato l’avvocato Andrea Dionigi che rappresenta la ragazza – è stata motivata dal desiderio, da parte della mia assistita, di voler chiudere il prima possibile una vicenda dolorosa e tormentata". Il giovane venne trovato senza vita dalla sua ragazza al ritorno da un breve viaggio a Bologna dove la coppia aveva festeggiato il compleanno del padre di lui. Il giorno dopo la giovane lo trova morente in camera. Il medico legale, durante le indagini, aveva evidenziato la presenza, nel corpo del ragazzo, di una dose altissima di oppio, ben al di sopra del limite massimo superato il quale la sostanza diventa fatale. Alla ragazza è stato contestato di non aver riferito subito ai sanitari intervenuti sul posto che Mattia aveva assunto oppio. Il 118 dopo averlo rianimato lo ha condotto in ospedale dove, poco dopo, è deceduto.

La mamma di Mattia, Valentina MInnicelli, che si è costituita parte civile insieme alla figlia, non si dà pace e chiede una pena più severa. "Andremo avanti all’infinito affinché a mio figlio venga riconosciuta giustizia – commenta -. Mattia non era un tossicodipendente. Non condivido la decisione presa dal giudice e faremo ricorso in appello. Avevo fiducia nella giustizia ma la giustizia non è stata dalla parte di mio figlio".

ant. mar.