"Quei reperti li volevo solo sistemare Ora finiranno dimenticati negli scatoloni"

"Gli unici scavi li ho fatti in spiaggia per piantare l’ombrellone. Mi è capitato di svolgere ricerche di superficie raccogliendo reperti di cui nessuno si occupava. Ho sempre fatto segnalazioni alle autorità senza ottenere alcun risultato. Ho sempre cercato di aumentare la conoscenza storica della mia comunità. Quando ho raccolto quelle monete e altro materiale, sapevo di non poterli trattenere. Il mio obiettivo era solo sistemare quello che avevo raccolto per poterlo poi restituire, ordinato e fruibile da tutti, al museo civico di Mondolfo. Ma mi è costato caro". Gli è costato un processo, allo studioso mondolfese Roberto Bernacchia. Ma nessuna condanna. Perché ha ottenuto di poter estinguere il reato svolgendo lavori di pubblica utilità: ha messo ordine nell’archivio diocesano. "Sono finito in questo guaio solo per aver fatto una segnalazione alla Soprintendenza archivistica delle Marche – spiega – riferendo che una persona aveva ereditato e teneva in casa lettere ducali dei Duchi di Urbino. Lettere che provenivano dall’archivio di Mondolfo e che sarebbe stato giusto tornassero lì. Stavo cercando di avviare le trattative, quando i carabinieri mi hanno convocato e ho dovuto fare i nomi. Poco dopo, vengo chiamato dai militari a cui era stato riferito che avevo in casa reperti. Così mi sono ritrovato a processo. Ed ora c’è il rischio che quei reperti finiranno in fondo a degli scatoloni nei magazzini di Ancona". "Aggiungo una considerazione – riprende -. Se non rimuoveremo l’ipocrisia di chi finge di non vedere, ma poi interviene in maniera mirata solo dietro ’soffiata’, del nostro patrimonio si salverà ben poco. I metodi polizieschi aumentano la diffidenza reciproca tra Stato e cittadini, scoraggiando ogni collaborazione".

Elisabetta Rossi