MARCO D’ERRICO
Cronaca

“Dobbiamo ritrovare Riccardo”. Raccolta firme per svuotare la diga

I familiari invitano ancora una volta le autorità a vagliare l’ipotesi di approfondire le ricerche sul Candigliano

Riccardo Branchini con la mamma

Riccardo Branchini con la mamma

Gola Del Furlo, 16 novembre 2024 – ​​​​​​Una petizione per svuotare l’invaso a ridosso della diga del Furlo è stata avviata dalla famiglia di Riccardo Branchini, il 19enne di Acqualagna sparito nel nulla dal 12 ottobre, dopo aver parcheggiato la sua vettura proprio dinanzi l’ingresso della centrale idroelettrica. La decisione è maturata dopo l’intervento dell’ex custode della diga che, nel corso della trasmissione “Chi l’ha visto?“, ha raccontato di diversi svuotamenti, una ventina e più, operati nel corso degli anni. L’uomo, ora in pensione, ha riferito che nel corso di mezza giornata è possibile compiere l’operazione, dopo aver aperto una saracinesca, posta sul fondo del bacino e azionata da un pistone, che permette all’acqua di defluire. Un’operazione, ha chiarito l’ex guardiano, che non avrebbe mai comportato rischi né un impatto ambientale particolarmente significativo: “La maggior parte dei pesci – ha chiarito – se si diminuisse il livello dell’acqua, troverebbe una via di fuga controcorrente mettendosi in salvo”.

La madre di Riccardo, Federica Pambianchi, ha commentato con amarezza la decisione di non avviare lo svuotamento: “Mi chiedo se chi ha preso questa decisione abbia dei figli. Dovrebbero rendersi conto della nostra situazione di attesa e usare un po’ di buonsenso…”. Intanto, il compagno della mamma, Francesco Giannotti, ha precisato che la famiglia è comunque aperta al dialogo con le Autorità: “Siamo per un confronto democratico e costruttivo, tenendo conto che la recente pulizia dell’invaso, sospesa per la siccità dello scorso anno, ora sarebbe probabilmente fattibile, così come un prosciugamento del bacino, giacché ci sono state abbondanti piogge e c’è la neve sui nostri rilievi”. Si è poi aperta un’altra via, per compiere ricerche più accurate evitando lo svuotamento, ovvero l’impiego di mezzi tecnologici per l’ispezione del fondale. Una ipotesi ventilata anche da un militare amico della famiglia, che ha spiegato come si possano eventualmente impiegare, previa autorizzazione, i mezzi usati normalmente per scandagliare i fondali marini, muniti di sonar, per operare anche in presenza di fango e detriti. Rimane poi ancora aperta la pista dell’allontanamento volontario.

Federica Pambianchi ha detto di non aver trovato in casa le lenti a contatto e i jeans preferiti dal figlio. Un dato che apre uno spiraglio di speranza, seppure minimo, riguardo una fuga pianificata di Riccardo. Intanto, negli ultimi giorni sono giunte molte segnalazioni, raccolte da Elena Fabbri, avvocato della famiglia: “Stiamo verificando l’attendibilità dei presunti avvistamenti, degni di attenzione rispetto al passato, perché sono localizzati tutti nella zona di Mestre, mentre stiamo vagliando altre modalità per potenziare le ricerche nella zona”.