REDAZIONE RAVENNA

Accuse alla Tampieri "Non fu diffamazione"

Il giudice archivia un procedimento a carico di una guardia ecologica: tirava in ballo la distilleria sulle conseguenze ambientali dell’incendio Lotras.

Accuse alla Tampieri "Non fu diffamazione"

In una serie di post facebook aveva tirato in ballo la società Tampieri in riferimento alle conseguenze ambientali e di qualità delle acque derivate dall’incendio alla Lotras del 9 agosto 2019. Quelle esternazioni, da parte del coordinatore dei volonari delle guerdie ecologiche, sono state ritenute non diffamatorie dal giudice Janos Barlotti il quale, accogliendo la richiesta della Procura, ha archiviato la denuncia, rigettando l’opposizione della distilleria faentina che si era sentita lesa e chiedeva che il procedimento andasse avanti. La Gev era tutelata dall’avvocato Carlo Benini, il legale rappresentante del gruppo Tampieri dall’avvocato Stefano Bruno. Il tema, all’epoca molto dibattuto a Faenza, ruotava attornao alla fuorisucita di inquinanti durante l’opera di spegnimento del rogo, per il quale il volontario aveva presentato anche un esposto alla Procura. Molto attivo anche sui social, in più post faceva il nome della Tampieri che ai tempi, poiché vicina fisicamente, in una vasca di laminazione finiva per intercettare le acque di spegnimento dove erano confluiti oli alimentari e sostanze bruciate nel magazzino Lotras.

In un post del 13 agosto il volontario parla di ispezioni alla Tampieri, descrivendo la colorazione nerastra dell’acqua che vi passa sotto e accanto; in un altro del 20 agosto rivolge accuse alla distilleria circa altre immissioni. Lo stesso, peraltro, si era premurato di condurre indagini in proprio che, in base alle sue valutazioni, confermavano come l’acqua che finiva nei campi non fosse pura. Tra un post e l’altro la Gev aveva infilato un commento al vetriolo, contro la stessa azienda, circa la sparizione di tortore morte, una vecchia vicenda che il mondo animalista aveva preso a cuore.

Mettendo il tutto sul piatto della bilancia, il Tribunale ha valutato che l’insieme di questi commenti non avesse peso diffamatorio. Il Gip scrive che la richiesta di archiviazione del Pm va accolta "per le condivisibili ragioni indicate in merito all’esercizio del diritto di critica da parte dell’indagato, con modalità tutto sommato continenti su un argomento di interesse pubblico quale il rapporto tra esigenze produttive e salubrità ambientale. Se è vero – precisa – che le indagini artigianali condotte in prima persona, in merito a colorazione e qualità delle acque che fuoriescono dai canali di scolo in prossimità dello stabilimento (Tampieri) non hanno alcuna valenza scientifica, e che i contenuti dei suoi commenti e post facebook non paiono sempre ben calibrati, è altrettanto vero che la maggior parte dei contenuti predetti non paiono diretti a ledere le qualità morali o professionali del querelante, bensì a sostenere l’esistenza di una situazione di abituale tolleranza di condotte inquinanti da parte delle pubbliche istituzioni".

Lorenzo Priviato