REDAZIONE RAVENNA

Addio a Ranieri, una vita per i suoi pazienti

Aveva 89 anni. È stato a lungo primario di Malattie Infettive, fino al 2000. Si era pagato gli studi suonando nelle orchestre di liscio

Avrebbe compiuto 90 anni il prossimo 23 dicembre , ma l’età avanzata e condizioni di salute precarie lo hanno portato via prima. Sabato mattina è infatti morto il dottor Sergio Ranieri, a lungo primario di Malattie Infettive all’ospedale di Ravenna : a partire dal 1968 era diventato di fatto uno dei principali punti di riferimento del reparto, mentre la nomina era arrivata negli anni ‘70. Il dottor Ranieri ha poi ricoperto quel ruolo fino al 2000. "Ma sarebbe andato avanti ancora, se avesse potuto – racconta Paolo Bassi , primario di Malattie Infettive, che lo definisce come il suo maestro –. Era una persona schiva, apparentemente burbera , ma in realtà era di una ricchezza umana e scientifica incredibile. Quando arrivai, nel 1986, erano i primi tempi dell’Aids". Un momento molto duro che Ranieri affrontò cercando di fare il massimo per i ragazzi e le loro famiglie: "Aiutava tutti – ricorda Bassi –: per un certo periodo il Comitato Genitori dei ragazzi tossicodipendenti gli chiese di aiutarli perché le comunità terapeutiche richiedevano che il ragazzo entrasse senza assumere alcun tipo di farmaco o di droga. Lui allora mise a disposizione alcune stanze del reparto Infettivi in cui per una settimana il ragazzo potesse essere ospitato sotto sorveglianza, scalando i farmaci ansiolitici, così da poter poi entrare in comunità".

Sergio Ranieri era nato nel 1932 a Dovadola, in una famiglia di agricoltori che si era poi stabilita a San Pancrazio. La sua attitudine allo studio emerse subito e decise di pagarsi il liceo e poi il corso di laurea in Medicina suonando la fisarmonica nelle orchestre di liscio romagnole. Era specialista anche in Neuro-Psichiatria oltre che in Malattie Infettive. "Per lui il rapporto col malato era tutto – prosegue Bassi –. Arrivava tutte le mattine alle 6.30 e faceva il giro del reparto, parlava con tutti gli infermieri per informarsi di quanto era accaduto durante la notte. Ho imparato tanto da lui". Ha pubblicato centinaia di lavori scientifici nati dalla sua esperienza clinica e organizzava ogni 2 anni le ’Giornate ravennati di malattie infettive’, importante congresso nazionale che divenne un punto di riferimento per gli infettivologi di allora.

Ranieri aveva anche molte passioni: oltre a quella per la musica classica e il liscio, amava andare a teatro e viaggiare in tutto il mondo, nonché la sua Alfa Romeo Giulietta. Lascia la moglie Claudia, la figlia Raffaella e il nipote Matteo.

I funerali si terranno oggi alle 16 nella chiesa di San Vittore, celebrati da don Claudio Giorgioni.