Coronavirus Ravenna oggi, negativo il caso sospetto

Non ha il Covid 19 la donna ricoverata con la polmonite. Mascherine, l'appello del dottor Falcinelli (nella foto): "Stiamo utilizzando le rimanenze"

Il dottor Falcinelli mostra il percorso per i pazienti consintomi influenzali

Il dottor Falcinelli mostra il percorso per i pazienti consintomi influenzali

Ravenna, 26 febbraio 2020 - Sono risultati finora tutti negativi i tamponi effettuati a Ravenna per la ricerca del Coronavirus. Allarme rientrato anche per il caso sospetto di una donna che domenica era andata in pronto soccorso febbricitante e aveva raccontato di aver avuto nei giorni precedenti i sintomi della polmonite. 

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Per fare il punto sulla situazione ravennate ieri mattina il prefetto Enrico Caterino ha convocato un vertice con tutti gli enti coinvolti. Al suo fianco il vice sindaco Eugenio Fusignani e il presidente dell’Ordine dei medici Stefano Falcinelli. «Non siamo in fase di emergenza – ha spiegato il prefetto – ma di allerta. Siamo pronti ad affrontare situazioni critiche. Al momento non ci sono casi di contagio da coronavirus».

«L’emergenza vera – ha aggiunto Caterino – è presente nelle zone dei contagi e del focolaio. Poi ci sono aree come le nostre che sono di allertamento, sperando che non si salga allo stadio superiore». Piuttosto «la reazione dei cittadini è forse di eccessivo allarme. Le misure adottate, invece, sono previste dal protocollo». Il riferimento è l’assalto ai centri commerciali, verificatisi soprattutto nella giornata di lunedì. In prefettura è stata istituita una unità di crisi della quale fanno parte prefetto, sindaco di Ravenna, presidente dell’Ordine dei medici, dirigenti dell’Ausl, responsabile del 118, sindaci di volta in volta eventualmente interessati. 

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Tra le categorie ‘prese d’assalto’ in questi giorni c’è sicuramente quella dei medici di base. Stefano Falcinelli, presidente dell’Ordine di Ravenna, fa il punto sulla situazione. Dottore, gli ambulatori ricevono molte telefonate? "Sì, di tutti i generi. Ed è normale: meglio chiedere aiuto al proprio medico che ad internet. Intanto perché il medico di base conosce bene i propri pazienti". Vi siete dotati dei kit di prevenzione? "Lo faremmo se fossero disponibili. In particolare le mascherine, al momento, non ci sono. Ci risulta che l’Ausl stia cominciando a distribuirle nel riminese. Alcuni medici qui utilizzano le rimanenze di precedenti occasioni. Mascherine vecchie anche di anni, quindi non più efficaci. Almeno non completamente. È un problema, perché qualora valutassimo di dover visitare a domicilio un paziente, senza mascherina sarebbe complicato". Come funzionano i diversi tipi di mascherine? "Quella chirurgica serve, quando si è malati, a non trasmettere agli altri il virus. La ffp2, con il filtro, protegge invece dagli altri, ed è soprattutto quest’ultima che non si trova". Al momento vi state attenendo alle direttive nazionali? "In questi giorni l’Ordine dei medici ha cercato di dare indicazioni ai propri iscritti, in assenza di quelle dell’Azienda Ausl che, fino a questo momento, non sono arrivate. Esistono le direttive nazionali, il decalogo sul comportamento da tenere. Ma occorrono anche indicazioni precise e uniformi a livello aziendale. Che non si sono viste". Con quali modalità l’Ordine dei medici ha cercato di dare indicazioni ai propri iscritti? "Abbiano inviato una lettera con una serie di indicazioni, nate anche dal confronto avvenuto domenica in prefettura durante il ‘Tavolo di crisi". Che tipo di suggerimenti sono stati dati? "I medici sono stati invitati alla massima disponibilità telefonica con i pazienti. Le indicazioni cambiano ovviamente in base alle singole situazioni, si possono dare semplici consigli, fino ai casi più critici, per i quali si può decidere di allertare il 118". I pazienti cosa non devono assolutamente fare? "Sconsigliamo di recarsi al pronto soccorso e chiediamo anche di non venire in ambulatorio, a meno che non sia necessario. È per proteggere i pazienti". E se qualcuno si presenta ugualmente in ambulatorio? "Vista la presenza di diversi poliambulatori sul nostro territorio, abbiamo chiesto di creare, dove possibile, una sala d’attesa dedicata. Dove lavoro io la sala è stata predisposta e viene indicata attraverso un percorso di frecce rosse. Così i pazienti non sostano con chi arriva per altri motivi, ma vengono immediatamente indirizzati nella ‘loro’ sala d’attesa per essere visitati da un medico". L’allarmismo fino a che punto è giustificato? "Non è assolutamente il caso di allarmarsi, ma occorre tenere alta l’attenzione. Il confine tra questi due atteggiamenti è molto sottile e dobbiamo essere tutti bravi a mantenere l’equilibrio, dai medici ai media, alle istituzioni. Il virus non è particolarmente aggressivo, ma particolarmente diffusivo. A questo si aggiunge che la popolazione occidentale non è protetta. Detto questo, il nostro è, tutto sommato, un buon sistema sanitario. E siamo in grado di affrontare la situazione".

 

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