LUCIA BONATESTA
Cronaca

"Così il potere del fango diventa uno spettacolo"

Mariasole Brusa presenta a Venezia ’Golem_e fango è il mondo’, nato nei giorni dell’alluvione: "Il dualismo uomo-natura mi ha dato la spina artistica".

Mariasole Brusa presenta a Venezia ’Golem_e fango è il mondo’, nato nei giorni dell’alluvione: "Il dualismo uomo-natura mi ha dato la spina artistica".

Mariasole Brusa presenta a Venezia ’Golem_e fango è il mondo’, nato nei giorni dell’alluvione: "Il dualismo uomo-natura mi ha dato la spina artistica".

Regista, attrice, marionettista e drammaturga, co-fondatrice della compagnia All’inCirco e oggi socia del Teatro del Drago, Mariasole Brusa debutterà stasera alla Biennale Teatro di Venezia con ’Golem_e fango è il mondo’, che muove dall’alluvione di maggio 2023. Classe 1991, nata a Forlì ma da tempo residente a Ravenna, con questo progetto Brusa ha vinto il Bando Biennale Teatro – Registi Under 35 del 2024, con un premio di produzione per lavorare all’ampliamento dello spettacolo. L’opera presto, assicura la regista, "arriverà anche in Romagna, grazie alla distribuzione del Teatro del Drago, che ha creduto da subito nel progetto".

Brusa, com’è nato lo spettacolo?

"L’alluvione è stata un’esperienza molto forte a livello emotivo, personale e collettivo. In quei giorni, insieme ad altri artisti, ci siamo ritrovati nel fango e ho iniziato a riflettere sul suo potere, che è distruttivo e creativo insieme. È una materia che usiamo da sempre per plasmare gli oggetti, come le ceramiche di Faenza, ma in quel momento era diventata qualcosa che rompe, invade e distrugge. Questo dualismo, che sia dell’uomo sia della natura, ha dato la spinta artistica".

Di qui, la metafora del Golem. Ce la racconta?

"Il Golem è un archetipo: una creatura plasmata dall’argilla per proteggere un popolo, che poi diventa distruttivo. La natura che cerchiamo di domare ma alla fine si rivela in tutta la sua potenza".

Un anno fa la vittoria del bando e oggi la prima. Che cos’è successo nel mezzo?

"Residenze artistiche, per cui ringrazio il Teatro Comunale di Gambettola, lavoro a distanza e un ultimo mese qui a Venezia per mettere insieme tutti gli elementi. Grazie alla Biennale, abbiamo avuto con noi professionisti di grande spessore come il light designer Sander Loonen, il costumista Gianluca Sbicca e lo scenografo Alberto Favretto e la supervisione degli ex direttori della Biennale Stefano Ricci e Gianni Forte".

Cosa vedremo?

"Principalmente è uno spettacolo di teatro di figura, non solo per gli oggetti e le marionette in scena, ma anche per l’approccio: è un racconto per immagini. Poi, però, abbiamo girato con le marionette su green screen, cercando un’ibridazione tra teatro e cinema di animazione. Infine, c’è qualche piccolo video di persone che hanno vissuto l’alluvione".

Perché il teatro di figura?

"Me ne sono innamorata a 19 anni con le marionette a filo, quando insieme a Gianluca Palma abbiamo fondato All’inCirco. Avendo sempre fatto teatro e poi studiato Filosofia, della marionetta mi ha interessato fin da subito il rapporto tra manipolato e manipolatore, le domande su che cosa sia la coscienza e l’essere oggetto. Poi, l’incontro con il Teatro del Drago, una famiglia di marionettisti da più di cinque generazioni, è stato un tassello formativo fondamentale".

Lucia Bonatesta