ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Distributore incendiato: piromane evaso per la seconda volta e arrestato

Era ai domiciliari in Psichiatria a Ravenna. A bloccarlo in strada sono stati i carabinieri. Il Tribunale gli aveva concesso già due volte di non finire in carcere

L'incendio del distributore e l'arresto del piromane, Famakan Traore, 25 anni, originario del Mali

L'incendio del distributore e l'arresto del piromane, Famakan Traore, 25 anni, originario del Mali

Ravenna, 4 maggio 2024 – Nemmeno il tempo di convalidare l’arresto per l’evasione di martedì scorso che ci è ricascato. Questa volta ad arrestarlo sono stati i carabinieri, gli stessi che lo avevano bloccato subito dopo l’incredibile incendio del 16 aprile scorso al distributore di piazza Caduti sul Lavoro, all’angolo con via Trieste e via Gulli.

Protagonista delle rocambolesche fughe è Famakan Traore, 25enne originario del Mali. I militari del Radiomobile lo hanno arrestato nel primissimo pomeriggio di ieri poco dopo l’evasione dall’Spdc, il reparto del servizio psichiatrico di diagnosi e cura. Che è esattamente quanto era accaduto martedì mattina, in quel caso per mano degli agenti di una Volante: il pm di turno Angela Scorza aveva poi optato per il carcere. Il gip, dopo averne convalidato l’arresto, aveva quindi valutato di applicare una ulteriore collocazione ai domiciliari in Psichiatria. Ma il 25enne non ci è rimasto per molto: ed è stato raggiunto in strada da una pattuglia. Il giovane, difeso dall’avvocato Mauro Faccani, già oggi dovrebbe comparire davanti al giudice e al pm di turno Francesco Coco.

In quanto alla sua destinazione cautelare in Psichiatria, occorre cercarne la ragione nel comportamento: non a caso nella precedente convalida, quella per l’incendio doloso aggravato, la violazione di un foglio di via e la resistenza a pubblico ufficiale, il 25enne aveva fornito una versione abbastanza singolare dell’accaduto. Aveva cioè riferito che in sogno gli erano apparsi i carabinieri per ordinargli di dare fuoco al distributore. E aveva aggiunto che, grazie a un dispositivo sottocutaneo, c’era qualcuno che gli suggeriva di fare cose che lui non avrebbe voluto fare.

Ironia della sorte, erano stati proprio i militari dell’Arma ad arrestarlo in quel martedì mattina di un paio di settimane fa. Il gip, dopo avere convalidato l’arresto così come chiesto dal pm di turno Lucrezia Ciriello, aveva disposto i domiciliari in ospedale in attesa magari di procedere, come proposto pure dalla difesa, con uno specifico vaglio per capire quali siano le effettive condizioni cognitive del giovane e se al momento dei fatti contestati, fosse capace di intendere e volere. A questo punto però si fa largo una ulteriore riflessione: se possa bastare un reparto ospedaliero a contenere il ragazzo il quale ha comunque già fornito ampia prova della sua possibile pericolosità sociale.

a.col.