Valerio Baroncini
Cronaca

Federico Marchetti e Re Carlo: “Un visionario green, ama l’arte e la storia. Ravenna lo conquisterà”

L’imprenditore ravennate sottolinea la grandezza della sua città e racconta il legame col sovrano inglese, nato dalla comune passione per l’ambiente e sviluppato in progetti concreti

Federico Marchetti e Re Carlo: “Un visionario green, ama l’arte e la storia. Ravenna lo conquisterà”

Ravenna, 9 aprile 2025 – Federico Marchetti, Ravenna – la sua Ravenna – ha da sempre una storia reale e di capitale oltre che repubblicana.

Cosa significa questa visita?

"La città è stata tre volte capitale di un impero, la sua fondazione sembra risalire al V secolo a.c. Da qui sono passati tutti: i bizantini, i longobardi, i veneziani, il papato, ognuno lasciando e portandosi via qualcosa".

Un luogo che è anche un destino.

"Ravenna è diventata un importante centro di scambio tra la cultura occidentale e quella orientale e questa è forse la sua più grande forza anche ora. Ha una posizione strategica, nel Rinascimento si è abbellita ulteriormente e nel 1860 è entrata a far parte del Regno d’Italia dimostrando che si poteva passare senza traumi dal dominio papale a quello nazionale. Penso che re Carlo, essendo amante dell’arte, della storia, conoscendo perfettamente cosa vuol dire avere alle spalle un passato complesso capirà perfettamente che la città è parte di un lungo percorso che dall’impero ha portato ai giorni ai nostri, alla modernità".

Com’è nata l’idea della visita e quando ha parlato col re di Ravenna?

"Gli ho detto subito che venivo da Ravenna, che ero romagnolo. Sono orgoglioso delle mie origini perché penso che siamo un popolo speciale. Lavoriamo e ci divertiamo, siamo serissimi e ironici, facciamo le cose bene e in fretta. Tutte doti che hanno permesso a Re Carlo e a me di entrare in una sintonia immediata perché a lui piacciono gli uomini di azione che non perdono tempo in chiacchiere. Uno dei primi regali che ho fatto al re (allora Principe del Galles) è stato un libro in inglese su Ravenna di Judith Herrin. Poi nella corrispondenza epistolare tra me e il Re (ci scriviamo parecchie lettere a mano) ho spesso parlato di Ravenna, soprattutto in occasione delle alluvioni sapendo quanto a lui stia a cuore il cambiamento climatico e le persone che ne vengono travolte".

Chi è Re Carlo per Federico Marchetti?

"Federico per re Carlo è la sua ‘Italian Secret Weapon’, mentre il re per Federico è una persona autentica ed un vero pioniere della sostenibilità: il suo primo discorso sulla difesa dell’ambiente è del febbraio 1970, ed io ero appena nato".

Da ormai otto anni lavorate insieme.

"E, credo, anche se forse dovrebbe essere lui a dirlo, che il nostro rapporto si è costruito giorno dopo giorno, sulla fiducia, sulla concretezza, sull’aver realizzato dei progetti che hanno rapidamente funzionato. Un’intesa che si basa sulla condivisione degli intenti".

Molta attenzione del suo lavoro e del lavoro con Carlo è data alla sostenibilità. Cos’è la sostenibilità oggi? Possiamo dire che al mondo – nella moda, nell’economia, nel vivere – serva una maggiore sostenibilità, che forse davamo già per acquisita?

"La sostenibilità oggi è un presente migliore e un futuro per tutta l’umanità. Vuol dire affrontare seriamente i problemi che milioni di persone stanno vivendo sulla loro pelle: inondazioni, siccità, incendi, clima impazzito".

Abbiamo sprecato tempo per anni agendo come delle cicale?

"Sicuramente. Dovevamo acquisire molta più consapevolezza per non arrivare a un ambiente così ‘ferito’, scheggiato? Sì, ma questo non deve frenarci. I percorsi si possono recuperare, accelerare, e direi persino rimontare. Abbiamo molto lavoro da fare".

La strada è lunga?

"Occorrerà lottare perché non si abbassi l’attenzione, perché le difficoltà non prevalgano sulle opportunità. Nella Task Force sulla moda sostenibile di Re Carlo di cui sono il Presidente noi abbiamo fatto dei passi importanti in questa direzione. Il passaporto digitale, da inserire in tutti i capi d’abbigliamento e negli accessori per conoscere la loro storia e dove e come sono stati prodotti e se sono veramente rispettosi della natura, è uno di questi. Tutti i brand aderenti hanno iniziato a usarlo e implementarlo. Poi c’è il recupero di un’agricoltura rispettosa, rigenerativa, che abbiamo sperimentato in Puglia con un progetto di Giorgio Armani e sull’Himalaya con Brunello Cucinelli. Progetti così concreti che si possono replicare ovunque. La strada è impervia e piena di ostacoli ma noi siamo in cammino. E lo facciamo a passo svelto".

Ci racconti la sua Ravenna in tre cartoline. E un luogo del cuore, un segreto ben custodito da condividere.

"Cominciamo con il cibo che mi sembra sicuramente un’eccellenza della Romagna: a me piace andare al ristorante Ca’ de Ven dove posso gustare la vera piadina ravennate (diversa e più buona di quella sottile di Rimini) e scambiare due parole con Rita, la proprietaria sempre cordiale".

Poi?

"La nuova camminata in legno vicino al mare tra le dune, che va da Punta Marina a Marina di Ravenna, penso che sia un vero capolavoro ambientale della passata amministrazione. Vado spesso alle Hawaii, ma una passeggiata così bella non c’è. Parlando col cuore, il battistero neoniano dove è stata battezzata mia figlia Margherita, che ama più di qualsiasi piatto i cappelletti della nonna Lidia, ovvero mia mamma che vive a Ravenna ancora nella casa in cui sono nato, tutta piena di ricordi. Senza contare che i mosaici sono una mia ossessione. Come scrivo nel mio libro ’Le avventure di un innovatore’ la mia carriera imprenditoriale è stata impostata come un mosaico, gradualmente tesserina dopo tesserina fino a compiere un’opera importante".

Non è un caso che in città (una città imperiale ma con una storia repubblicana fortissima) ci sarà anche il Presidente della Repubblica. Come possono convivere queste anime e che Ravenna troverà il Presidente?

"Ravenna è una città cresciuta su se stessa, sulla sua storia. È tollerante, inclusiva, con un’anima forte che i secoli hanno solo arricchito. Il Presidente scoprirà degli angoli meravigliosi, un luogo dove sono concentrati otto monumenti considerati dall’Unesco patrimonio dell’umanità ma soprattutto sentirà il calore della gente, toccherà con mano quanto alcuni suoi recenti interventi siano stati capiti e apprezzati da noi romagnoli".

Con la Fondazione del Re state facendo un grande lavoro anche culturale: qual è lo stato dell’arte e cosa progettate?

"Sono uno dei pochi trustee della Fondazione del Re (The King’s Foundation) che opera come charity in tutto il mondo e anche uno dei quattro membri del consiglio di amministrazione di Highgrove Gardens, che è una delle residenze del Re che si occupa anche di natura e cibo sostenibile. Con quest’ultima ho dato una mano all’ambasciatore italiano a Londra per l’organizzazione di un evento culturale che univa l’Italia all’Inghilterra intitolato ‘Slow food, slow fashion’".

A quasi due anni dall’alluvione molte opere urgenti e pubbliche sono state fatte, mentre è più complessa la ricostruzione privata e serve un sistema più capillare di difesa del territorio. Cosa ci ha insegnato quanto accaduto e, da romagnolo, cosa chiederebbe a chi ci amministra? La visita avrà anche un momento dedicato a chi ha perso tutto.

"Chi si occupa di sostenibilità come me, non fa che ripetere che il primo passo è sempre la tutela del territorio. Se abbiamo una zona fragile va protetta, se ci sono delle inefficienze vanno sanate, se ci sono delle aree problematiche vanno aggiustate. In queste zone c’è gente che ha perso tutto, che in una notte di pioggia scrosciante si è ritrovata naufraga, senza casa, strappata dalle sue radici. E magari anche due volte di fila. È impensabile e inaccettabile. Il territorio va salvaguardato e curato, le persone hanno bisogno di tranquillità, di vivere in un luogo in cui si sentono bene, dove possono crearsi una famiglia, un lavoro. Nessuno investe in un’attività se c’è il rischio che un’alluvione distrugga tutto. La priorità è questa: far sentire tutti al sicuro. La casa è un luogo sacro dove tutti andiamo a ripararci e dove ci dobbiamo sentire protetti e al riparo da quel che succede fuori".