Caso Guerra, stop all’ambulatorio-prefabbricato. No del pm, proteste del veterinario

Il 50enne ha affidato a un post su Facebook il suo disappunto per il no alla struttura che gli avrebbe consentito di esercitare nonostante il sequestro del suo studio a Sant’Antonio

Ravenna, 25 gennaio 2024 – Il suo obiettivo era quello di tirare su un prefabbricato per continuare a fare il veterinario, nonostante il sequestro abbattutosi di recente sul suo ambulatorio di Sant’Antonio. Ma l’autorizzazione di inizio nuova attività, è evaporata alla soglia dell’obiettivo: la procura ha dato parere negativo ravvisando un possibile pericolo di reiterazione del reato. A raccontare la vicenda in un lungo post su Facebook, è stato lo stesso protagonista: il 50enne Mauro Guerra, proprio in queste settimane a processo nell’ambito della vicenda penale che ha portato al sequestro della struttura.

Ambulatorio prefabbricato: arriva lo stop del pm
Ambulatorio prefabbricato: arriva lo stop del pm

“Colpevole - ha esordito il 50enne su cui pende peraltro una radiazione dell’Ordine dei veterinari non esecutiva perché impugnata - nonostante prova contraria... In questi ultimi 3 anni ho fatto tutto ciò che era nelle mie possibilità per non lasciare i vostri amici", cioè gli animali, "senza dottore, ho subito perquisizioni, sequestri, ho dovuto leggere senza possibilità di replica accuse surreali di ogni tipo". In realtà - aggiungiamo noi - le proposte per essere intervistato le ha ricevute, senza però ritenere opportuno coglierle.

«Ho avuto sempre la forza - prosegue il post - di continuare il mio lavoro nonostante tutto ciò che mi stava accadendo perché sono certo della mia innocenza e della mia integrità su tutti i fronti. Sono sconcertato dall’accanimento persecutorio al quale sono sottoposto prima da indagato e ora da imputato in un processo penale con a mio carico oltre 20 capi di imputazione e tutto ciò senza avere ad oggi, né avere mai avuto negli oltre 20 anni della mia attività, mai nessuna denuncia da parte di clienti insoddisfatti del mio operato".

Si arriva qui alla questione prefabbricato: "Al secondo sequestro eseguito alla fine di settembre 2023 del mio ambulatorio ho reagito cercando di costruire una struttura prefabbricata dove poter continuare a servire chi ancora avesse bisogno del mio aiuto, visto che nel provvedimento di sequestro preventivo è chiaramente specificato che nessun vincolo veniva posto sulla possibilità di poter continuare ad esercitare la mia professione. Ho contattato preventivamente tutti gli enti preposti (Ausl e Comune) per verificare se fosse possibile montare nel giardino dell’ambulatorio un prefabbricato avente tutti i requisiti a norma di legge per continuare a lavorare, e dopo parere favorevole degli organi competenti a tempo di record, con l’aiuto di alcuni amici, ho montato tutto".

Quindi l’Ausl "ha eseguito il sopralluogo e ha dato il nulla osta quasi 2 mesi fa, a questo punto, di norma". Dopodiché "con parere favorevole dell’Ausl, il Comune rilascia l’autorizzazione di inizio attività, di norma, ma non nel mio caso, poiché nel mio caso il Comune di Ravenna, paladino nella difesa dei diritti (così si dice) chiede altri due pareri non previsti dalla normativa, all’Ordine dei veterinari che non mette veti e alla procura del tribunale di Ravenna, che invece dà parere sfavorevole per pericolo di reiterazione dei presunti reati". E così "l’autorizzazione di inizio attività nel ’nuovo studio veterinario’ viene sospesa in attesa di ulteriori valutazioni che verranno analizzate dopo la presentazione delle mie osservazioni... Di fatto, con questo provvedimento, mi è consentito di lavorare unicamente a domicilio... Colpevole, nonostante prova contraria...", ha concluso Guerra.