REDAZIONE RAVENNA

"I pazienti chiedono: lei resta o poi se ne va?"

Rosario Della Corte ha due ambulatori nei due poli del territorio: a Riolo Terme e da ieri anche a Conselice: "Ma il lavoro mi piace"

Rosario Della Corte da ieri è il nuovo medico di base a Conselice, in sostituzione della dottoressa Gemma Bassani. Vive a Sant’Agata sul Santerno e da qualche mese fa ambulatorio a Riolo Terme: il suo lavoro ora si divide tra i due poli opposti della provincia, a nord e a sud. Lui, però, non sembra abbattuto dalla distanza: anzi, appare entusiasta e pronto alla nuova sfida.

Della Corte, Conselice e Riolo sono distanti, il lavoro è tanto. È un po’ preoccupato?

"Per niente. Ho fatto il neurochirugo ospedaliero per 30 anni, lavorando in media 50 ore a settimana. L’impegno non mi spaventa".

Cosa l’ha spinta a cambiare?

"Dopo 30 anni di emergenza-urgenza, perdendo la cognizione del tempo tra giorno e notte, volevo una vita più tranquilla. Mi è stata data questa opportunità e l’ho presa al volo".

Da quanto tempo fa il medico di base, quindi?

"Da poco, dal 1 ottobre. Sono stato neurochirurgo fino al 30 settembre. Ero dipendente del Policlinico di Siena, ho lavorato anche all’ospedale di Trieste".

Cosa l’ha portata in Bassa Romagna?

"La mia compagna abita a Lugo e abbiamo deciso di approfittarne".

È contento del nuovo lavoro?

"Contentissimo. Ho trovato un’ottima accoglienza ovunque: all’Ausl, tra i colleghi e da parte della popolazione".

Come si organizzerà per gestire due ambulatori così distanti tra di loro?

"Conto di farcela gestendo bene gli orari. Il mio impegno a Conselice comunque è minore rispetto a quello a Riolo".

Come mai al suo arrivo nel Ravennate ha scelto Riolo?

"Mi è stato proposto perché c’era una situazione drammatica: mancava il medico da quasi un anno. I pazienti di solito arrivano e mi chiedono se rimango o se resto pochi mesi, e io rispondo sempre col sorriso: ’Se fate i bravi rimarrò’".

La mancanza dei medici di base è un grosso problema. Qual è la soluzione secondo lei?

"Bisogna aprire le iscrizioni ai corsi di laurea in Medicina e Scienze infermieristiche. È vero che avremo i primi medici tra 67 anni, ma se non si fa programmazione..."

C’è una fuga dai piccoli centri, come mai secondo lei?

"Non saprei dire, è la mia prima esperienza da medico di famiglia e la sto affrontando con piacere".

sa.ser