Alle 15 l’affluenza è ancora bassa, ma chi ieri ha deciso di vaccinarsi contro il Covid durante la seduta straordinaria al Cmp dalle 14 alle 16, si gode l’atmosfera tranquilla e, soprattutto, la velocità. Niente prenotazioni: basta presentarsi al piano terra, compilare il modulo, andare all’accettazione e dopo agli ambulatori solitamente utilizzati per i prelievi del sangue. In tutto dieci minuti. Alla fine, l’attesa maggiore è quella del dopo vaccino, quando ci si ferma un pochino in via precauzionale. Nella saletta davanti agli ambulatori ci sono infatti sette, otto persone. Una signora anziana con il bastone è appena arrivata e si guarda attorno, l’infermiera le chiede se deve vaccinarsi. "Così? Subito? Benissimo!" dice e si infila nell’ambulatorio. In sala d’attesa qualcuno chiacchiera, si scambia informazioni: "Questo per me è il sesto, per lei?" chiede un signore anziano. "Per me è il quarto" risponde una donna due sedie più in là. Franca e Valerio, marito e moglie, sono di Cervia. Lei si è appena vaccinata contro il Covid. "Mi sento più tranquilla" dice, mentre il marito quest’anno ha deciso di saltare, limitandosi all’antinfluenzale. Saverio Costa, di Ravenna, li ha fatti entrambi: "L’anno scorso ho fatto uguale ed è andata bene, così sono tornato".
Le file chilometriche, le ore di attesa, i malumori, i litigi, le discussioni su chi pretendeva una tipologia di vaccino piuttosto che un’altra, il via vai frenetico alle postazioni allestite negli hub vaccinali, tutto sembra appartenere a un altro mondo e a un altro tempo, invece sono trascorsi solo tre anni dal picco della pandemia. Se lo ricordano bene i medici, anche i volontari, quelli che durante il Covid facevano turni massacranti per riuscire a vaccinare il maggior numero di persone ogni giorno, per spiegare a chi aveva paura e calmare chi era arrivato quasi solo per litigare.
Massimo Farneti e Girolamo Spitali sono i medici volontari che ieri al Cmp controllavano che andasse tutto bene. "Oggi è toccato a noi – spiegano – ma siamo in tanti ad aver dato la disponibilità, come durante le fasi più critiche della pandemia". Le infermiere ogni tanto escono dagli ambulatori per continuare a intercettare gli ultimi arrivati. "Rispetto a quello che accadeva in pieno Covid – dice Spitali – qui ora è come essere in vacanza, è come essere alle Maldive. Allora si vaccinava fino alle 9 di sera, c’erano vari tipi di vaccino e quindi le persone ne volevano uno e rifiutavano gli altri, qualcuno aveva bisogno di essere convinto perché non era sicuro, altri avevano paura. È stata dura, eravamo anche dieci medici alla volta a vaccinare e siamo arrivati a 3000 persone in un giorno". Massimo Farneti ricorda che, al di là degli open day, è possibile vaccinarsi tutti i lunedì su appuntamento. "Si effettuano 72 vaccinazioni ogni volta – sottolinea – ed è anche per questo che oggi qui sono arrivati in pochi. La campagna è già avanti e poi ci sono i medici di medicina generale, anche loro vaccinano, e alcune farmacie. C’è poi chi preferisce venire il lunedì su appuntamento". Ieri al termine dell’open day sono state vaccinate 57 persone e sono stati utilizzati 65 vaccini.
Annamaria Corrado