
Bouchaib El Bouchtaoui sabato all’alba ha aiutato i residenti di una casa di Fusignano che ha preso fuoco: "Dio mi ha messo lì"
Sono le 4,50 di sabato mattina quando ti imbatti in strada in una coppia di persone in preda al panico che urlano "Il gatto, il gatto" guardando verso un palazzo del centro storico di Fusignano, dalla cui finestra del primo piano scaturiscono delle fiamme e molto fumo nero. Che fai? Non è l’inizio dell’ambientazione di un gioco di ruolo, ma quello che è successo a Bouchaib El Bouchtaoui, 46 anni, residente nella stessa città, mentre andava a prendersi un caffè prima di andare a pregare alla moschea. "E’ Dio che mi ha messo lì – spiega –, io di solito vado sempre in auto o in bici, invece quel giorno ho pensato di andare prima a fare quattro passi per prendermi il caffè". El Bouchtaoui non ci pensa due volte, entra nel portone lasciato aperto dalle due persone nel cui appartamento era scaturito l’incendio, e si fionda su per le scale. "Il fumo era denso, ma ho visto che c’era una porta prima di quella da dove uscivano le fiamme. Ho bussato per chiedere se ci fosse qualcuno, ho sentito che chiedevano aiuto".
Così l’uomo, marocchino, in Italia dal 1996, prende prima un ragazzo e lo porta giù, poi la moglie e, infine, il marito e "a fatica perché il fumo era sempre più fitto", li porta tutti in salvo sulla strada. "Ho chiesto se vivessero altre persone nel palazzo – racconta –, ma la confusione era troppa. Sono salito e ho superato la porta dell’appartamento in fiamme". L’ingresso dell’appartamento successivo viene così tempestato di pugni "C’è qualcuno? C’è qualcuno? Urlavo". Si svegliano due ragazze che, ignare di quanto stesse accadendo, ancora dormivano nonostante il fumo si stesse diffondendo in tutto il palazzo. "Siamo scesi, ma il fumo che avevo inalato era davvero troppo e non riuscivo più a respirare, allora mi sono messo a urlare e fischiare dalla strada verso gli appartamenti del piano superiore dove vive una famiglia cinese che è scesa con la bambina in braccio". All’arrivo dei pompieri, che erano stati allertati sin dai primissimi minuti dai residenti dell’appartamento devastato dalle fiamme, le persone che abitavano quel palazzo erano già tutte in salvo. "Sono andato a pregare a quel punto – racconta con serenità –, dovevo ringraziare Dio di avermi messo lì. Poi sono tornato per vedere che fosse tutto a posto".
E il gatto? "Non lo so – racconta El Bouchtaoui –, io non l’ho trovato ed ero impegnato a cercare di portare giù le persone, ma i gatti sono molto più furbi di noi, non credo proprio sia rimasto lì". Bouchaib El Bouchtaoui, operaio a Lugo, che a Fusignano ha messo su famiglia, adesso sono in 4 con una ragazza di 14 anni e un bambino di 5, non è nuovo a essere nel posto giusto al momento giusto. "Una decina di anni fa – prosegue – a Casalborsetti ho visto un uomo in difficoltà dentro al canale, mi sono tuffato e l’ho aiutato a tornare a riva. In Marocco io sono cresciuto in una casa proprio sul mare, andavo a fare le immersioni e avevo anche il patentino da soccorritore, è stato facile. Mi hanno insegnato che se vedi qualcuno in difficoltà, lo aiuti".
Matteo Bondi