Incidente di Pinarella con tre morti, concessi i domiciliari a Desiree Gozzini

Ravenna, è stata la decisione del giudice dopo l'udienza di convalida di ieri. La 23enne aveva presentato in aula una memoria per ribadire che l'incidente non è colpa sua

Desirée Gozzini in aula con un busto (Foto Corelli)

Desirée Gozzini in aula con un busto (Foto Corelli)

Ravenna, 10 luglio 2022 -  Alla fine ha ottenuto gli arresti domiciliari. E’ la decisione del giudice dopo l’udienza di convalida di ieri, per ciò che riguarda Desirée Gozzini, la ragazza arrestata per omicidio plurimo stradale e lesioni aggravate dalla guida in stato di ebbrezza. La 23enne bresciana è accusata di aver provocato, sotto l’effetto dell’alcol, lo schianto che nella notte tra venerdì e sabato scorsi ha fatto tre morti, sulla via Bollana a Pinarella di Cervia (foto).

Incidente di Pinarella con tre morti, concessi i domiciliari a Desiree Gozzini

Migration

Il giudice ha dunque concesso a Desirée Gozzini i domiciliari, mentre il Pm Cristina D’Aniello aveva chiesto per lei la misura cautelare del carcere, in ragione del rischio di reiterazione del reato (in astratto potrebbe rimettersi al volante anche con patente ritirata). Invece il suo legale, l’avvocato Marco Geroni del foro di Bergamo, ne aveva domandato la liberazione affinché potesse tornare a casa. Nell’attesa della decisione del giudice, ieri, la ragazza aveva trascorso un’altra giornata ai domiciliari nell’appartamento di Cervia che aveva preso in affitto per le vacanze.

Ieri l’indagata era arrivata in tribunale, per l’udienza di convalida, malconcia e sofferente, scortata dal suo avvocato che aveva tentato di proteggerla da flash e taccuini. Il busto che indossava rivelava che la 23enne risente ancora dei postumi dello schianto. Formalmente la giovane si è avvalsa della facoltà di non rispondere alle domande del giudice, nei fatti in una memoria ha riproposto quanto aveva già riferito agli agenti della Polizia locale: "Non io ho invaso la corsia, ma l’altra vettura".

In buona sostanza, ha spiegato, è vero che la sua Mercedes A180 è carambolata sulla corsia opposta, ma a detta dell’indagata la stessa si sarebbe vista costretta a compiere questa improvvisa sterzata a sinistra per evitare un frontale con la Panda, sulla quale viaggiavano due delle tre vittime – la 52enne di Lido Adriano Morena Amici e la 62enne di Gambettola Mariangela Bardi – che era in fase di sorpasso dello scooter condotto dal 39enne forlivese Luca Rosaldi, il terzo deceduto.

Una versione che stride con quanto accertato dai vigili urbani, per cui già da ora si preannuncia una lunga battaglia a colpi di consulenze. L’alcoltest dopo lo schianto ha dato un risultato doppio (1 g/l) a quello consentito per mettersi alla guida. Ieri l’indagata non ha fatto riferimento ad assunzione di alcol – aveva parlato di un paio di bicchieri di vino a cena con l’amica che era in auto con lei e che è rimasta ferita –, ma ha confermato di assumere con regolarità un farmaco che, nell’ipotesi difensiva, potrebbe essere la concausa dell’innalzamento del tasso alcolemico.

Intanto il figlio di una delle vittime, Morena Amici, chiede giustizia per la madre: in auto con lei c’era una terza donna, rimasta ferita: "Prego che si rimetta presto e che racconti cosa è successo – spiega Giuseppe Greco –. Ciò che voglio è che sia fatta giustizia, per mia madre e per le altre due vittime. Ciò che spero è che la giustizia sia veramente giusta, veramente equa. Mi batterò per questo".