Ci sono persone che fanno della lungaggine uno stile, cioè rimandano troppo in lungo una cosa o vanno per le lunghe con un discorso così da stancare e da riuscir noiosi. Per costoro sono stati coniati modi di dire, come "Pió lóng ch’n’è l’ân dla fâm", più lungo dell’anno della fame, o della carestia, che sembra non finire mai. Oppure: "Lóng cvânt la mèsa cantêda", lungo quanto la messa cantata che dura più della messa normale. A proposito di messa si ricorda anche "Lóng coma la mèsa de Vènar Sânt, ch’ la n’à né prinzìpi né fén", lungo come la messa del Venerdì Santo che non ha né inizio né fine. Poi c’erano le fole che non finivano mai. Come "La föla del zènt pìgur", la favola delle cento pecore o "di trì gób", dei tre gobbi
CronacaLe lungaggini e i modi di dire per descriverle