
Il ristorante pizzeria Faréna rientra nel progetto di riqualificazione dell’area dell’Arena Borghesi in viale Stradone 2 a Faenza e ha aperto i battenti lo scorso 6 gennaio. La ‘gestazione’ è stata però lunga. "Tutto è nato – ha raccontato il titolare Matteo Lombardi – circa tre anni fa, nel settembre del 2019, quando l’architetto Alessandro Bucci, inguaribile sognatore di riqualificazione urbana poi entrato in società, mi contattò per farmi vedere l’ex officina dei fratelli Bosi, nel complesso dell’Arena Borghesi. Da pochi mesi avevo aperto un altro locale a Faenza, il bar Q Corner, di via Serveroli, ma è stato comunque amore a prima vista. L’ingegnere Bucci mi disse che sarebbe stato opportuno farci un progetto, in grado di rappresentare l’anima di quel luogo. E così ha preso forma l’idea".
Prima di arrivare a ‘dama’, il percorso è stato articolato: "Sì – ha proseguito Matteo Lombardi –, non è stato facile. Qualche impedimento tecnico all’inizio dei lavori ha rallentato l’esecuzion. Poi, a febbraio 2020, è arrivato il lockdown e tutto si è congelato. A settembre 2020 sono ripresi i lavoro e, a novembre, al progetto si è aggiunto Marco Baldassari, pizzaiolo con esperienza pluriennale e dotato di una energia lavorativa pazzesca. A inizio 2021 abbiamo accelerato coi lavori e, un anno dopo, c’è stata l’inaugurazione".
L’approccio non è gourmet: "A noi piace chiamare l’attività ‘Faréna, pizza locale’. Perché, in questo progetto di spazio e in questo luogo, si vogliono coinvolgere produttori della zona, artigiani e persino qualche artista. Ci definiamo ‘locali’ perché crediamo nel valore del territorio che ci circonda. Pensiamo inoltre che la nostra piccola grande rivoluzione comincia da un passo indietro, tornando a una pizza genuina, condita con materie prime buone e di stagione. Una pizza che non puoi mangiare altrove perché ogni territorio è unico. Una pizza insomma che ha una missione, ovvero rendere felici".
Il nome Farèna è nato "dall’intuizione di mio suocero, Stefano Tassinari che, curiosando su vecchi libri, ha trovato la ’Faréna’ come nome di un vecchio gioco faentino, ovvero il ‘saltano sulla schiena’, dove i bambini si mettevano in fila si appoggiavano al compagno davanti con testa e braccia, saltando sulla schiena".
Nel menu di Faréna ("Utilizziamo lievito madre e farine locali, i nostri impasti riposano almeno 24 ore per rendere la pizza super leggera) ovviamente la fanno da padrona le pizze. Classiche, speciali e stagionali. Fra queste ultime spiccano la Punta degli orti (cavolo nero, finocchi, radicchio saltato), Parmigiana di zucca (zucca arrostita, grana, pancetta arrotolata e pepe) e Nonno Bruno (fior di latte, porcini, crudo al sale di Cervia e grana). Fra le speciali, ecco la Faréna (pomodoro, bufala, pomodorini gialli, crudo e basilico) e Porta Montanara (fior di latte, patata arrosto, pancetta arrotolata e pecorino). Sono disponibili anche pizze con impasti speciali con farina integrale biologica dell’azienda Valbindola di Tredozio.
Da Faréna – 100 coperti più il cortile estivo; aperto tutti i giorni dalle 19 alle 23; chiuso il martedì – la birra è quella del birrificio La Mata di Solarolo, mentre la carta dei dolci propone il Monte bianco (cremoso fondente, chantilly al mascarpone, meringa e maron glacé di Marradi) e la ’Zuppa un po’ inglese’, col biscotto inzuppato di alchermes sostituito dalla ciambella romagnola.