L’imprenditore Massimo Casanova "Ho partecipato al bando per il Pineta perché credo in Milano Marittima"

"Sono molto contento che un gruppo così importante come Just Cavalli abbia vinto e scelto di investire nella località. Oggi il mondo del divertimento è cambiato, la discoteca pura deve trovare nuove forme" .

L’imprenditore Massimo Casanova  "Ho partecipato al bando per il Pineta  perché credo in Milano Marittima"

L’imprenditore Massimo Casanova "Ho partecipato al bando per il Pineta perché credo in Milano Marittima"

A spuntarla è stato Roberto Cavalli ma fra i vari concorrenti all’asta per la gestione della discoteca Pineta di Milano Marittima si era presentato anche l’imprenditore cervese Massimo Casanova, patron del Papeete, sempre di Milano Marittima, oggi anche parlamentare europeo nelle file della Lega.

Casanova, la scalata alla gestione del Pineta ha premiato Roberto Cavalli, è deluso della sconfitta?

"No, assolutamente. Col mio gruppo abbiamo partecipato all’asta perché era importante che un locale storico come quello continuasse ad essere attivo a attrattivo per la nostra località. Sarebbe però stato un impegno molto gravoso a livello imprenditoriale e anche economico in quanto mantenere un’azienda di quel tipo produttiva per 12 mesi è assai complicato. Sono molto contento che un gruppo così importante abbia scelto di investire a Milano Marittima".

Ritiene possibile una collaborazione con la nuova gestione?

"Non ho ancora avuto contatti col gruppo Cavalli ma se fosse necessario dare una mano per riuscire a dare il meglio, sarei pronto a collaborare. Per ora lasciamogli il tempo di organizzarsi e di prendere in mano la situazione per capire quale direzione intraprendere. Abbiamo bisogno di cose belle e importanti e se riusciranno a fare un bel lavoro ne trarremo tutti beneficio". Nel mondo del divertimento c’è ancora spazio per le discoteche?

"La discoteca pura non ha un grande futuro, ha perso appeal già da qualche anno. È valido per il pomeriggio il modello Papeete perché è meno sfruttato, dura solo tre mesi. La spiaggia è un valore aggiunto: stare all’aperto, divertirsi coi piedi sulla sabbia regala un senso di libertà ed è quello che la gente cerca. Anche la ‘Villa Papeete’, serale, non è una discoteca classica: lì organizziamo feste ed eventi unici che cambiano ogni volta".

Come è cambiata l’offerta del divertimento?

"Si possono e si devono studiare nuove forme di svago ma è fondamentale che un locale mantenga un profilo ‘pulito’. Gli stupefacenti nelle discoteche devono essere solo gli effetti speciali e niente altro, su questo non transigo".

Si dice che Milano Marittima abbia perso la sua vocazione esclusiva che l’ha resa celebre, cosa ne pensa?

"I tempi cambiano, cambiano le mode, cambia l’economia. Le piccole e medie imprese emiliane e lombarde che erano il nostro prezioso bacino, sono in forte difficoltà e anche questo si riversa sulla località. Tuttavia, anche se abbiamo nuovi competitor importanti al sud, dove ci sono grandi investimenti con fondi esteri che vanno dai 20 milioni in su, Milano Marittima mantiene la sua peculiarità perché è bella, costruita con un concetto diverso che la differenzia dalle altre località. Dobbiamo mantenere quello che abbiamo cecando di migliorare ma il margine non è ampio".

Cosa intende?

"C’è un problema di redditività. Troppi costi per una stagione di soli tre mesi rispetto agli otto di altre zone e la tassazione altissima si porta via il reddito. Senza guadagno non si investe, le strutture invecchiano e la nostra unica forma di turismo si impoverisce sempre di più. Il nostro passato ha visto imprenditori capaci di costruire una ricchezza dal nulla e le nuove generazioni non sono state altrettanto lungimiranti. Ma non bisogna arrendersi, invito i miei colleghi operatori a viaggiare, il confronto con altre nuove realtà apre gli orizzonti e stimola la creatività".

Rosa Barbieri