Maria Cristina Zanellato, una raccolta fondi in ricordo dell'infermiera morta

I colleghi della Zanellato, l’infermiera che è stata trovata senza vita in un burrone, hanno avviato l’iniziativa per finanziare gli studi del figlio

Maria Cristina Zanellato

Maria Cristina Zanellato

Ravenna, 17 luglio 2020 - Una raccolta fondi per ricordare Maria Cristina Zanellato. La donna, 54 anni, è morta martedì pomeriggio nel Bellunese, durante un’escursione in solitaria sul monte Coppolo, nei pressi del paese di Lamon. Viveva a Grattacoppa e a Ravenna era conosciuta soprattutto per il suo lavoro di infermiera: per 16 anni, dal 2004 e fino a circa un mese fa, ha lavorato al Pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria delle Croci.

Da un mesetto era stata trasferita, come da sua richiesta, al servizio di assistenza domiciliare. I colleghi della donna, uniti alla Pubblica assistenza di Ravenna, ora hanno avviato una raccolta fondi per sostenerla: l’iniziativa di ricordo è sostenuta da tutti gli operatori dei reparti in cui ha lavorato in questi anni all’interno dell’Ausl Romagna. L’obiettivo è raccogliere una cifra da donare alla famiglia di Maria Cristina Zanellato per finanziare una borsa di studio per il figlio della donna, che ha 19 anni. Nel frattempo è stata fissata la data dei funerali, ultima occasione per salutare l’infermiera che tanti hanno descritto con affetto come disponibile, sempre allegra e con un bel carattere deciso: l’addio si terrà domani alle 16 nella cappella della chiesetta della camera mortuaria di Ravenna. La salma, che dopo l’incidente era stata portata alla camera mortuaria di Feltre, nel Bellunese, ieri era in viaggio per tornare a casa, nella sua Ravenna. Maria Cristina Zanellato, 54 anni, era una delle infermiere che nel periodo dell’emergenza si è trovata in prima linea contro il Covid-19, tanto che era stata a casa anche due settimane in quarantena dopo essere stata a contatto con un positivo al virus, risultando, poi, non contagiata. Da pochi giorni era in ferie: dopo aver salutato i colleghi era partita per il Bellunese per godere del meritato riposo dopo questi mesi di battaglia. Il destino beffardo, però, l’aspettava dietro l’angolo: e così martedì pomeriggio, dopo aver inviato al compagno alcuni selfie sorridenti in cima alla vetta del monte Coppolo, è precipitata da un dirupo e ha fatto un volo di 100 metri. Martedì mattina infatti era partita in solitaria per un’escursione sul monte Coppolo, su un sentiero per escursionisti esperti: verso mezzogiorno e mezza aveva inviato all’uomo, che l’attendeva a valle, le foto scattate sulla cima con tanto di selfie che la ritraevano sorridente.

Poi il buio: passano le ore e l’uomo non la vede tornare. Visto il ritardo lui prova a chiamarla più e più volte: il telefono suona libero ma lei non risponde, finché il cellulare non si scarica verso le 21. A quel punto è partito l’allarme: alle 21.50 viene allertato il Soccorso alpino di Feltre. Le ricerche partono subito tra i sentieri sul monte Coppolo, al buio, con l’aiuto di una quindicina di persone del posto che conoscono bene la zona. Il suo corpo, purtroppo senza vita, è stato ritrovato solo mercoledì mattina, con le prime luci dell’alba. Ora, con la raccolta fondi, i colleghi di una vita e i volontari della Pubblica assistenza vogliono omaggiare una donna che per tanti anni ha messo il suo lavoro e la sua vita al servizio delle persone più bisognose di aiuto.