Omicidio di Faenza: si cercano tracce di una quinta persona nella casa

L’uccisione di Ilenia Fabbri, l’autopsia: coltellata mortale inflitta con determinazione. Nessun segno di colluttazione su ex, figlia e amica

I rilievi della polizia scientifica sul luogo dell'omicidio

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Faenza, 8 febbraio 2021 - Impronte o anche tracce biologiche di una quinta persona. Un individuo insomma che, sfruttando il momento più opportuno, possa essere entrato nell’abitazione e possa avere ucciso la donna in una manciata di minuti (video). Ecco a cosa gli inquirenti danno la caccia per risolvere il giallo della morte di Ilenia Fabbri, la 46enne trovata sgozzata poco prima dell’alba di sabato in un vano cucina del suo appartamento di via Corbara alle porte del centro di Faenza (video).

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Ilenia Fabbri aveva 46 anni
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Gli interrogatori dei quattro principali testimoni, andati avanti fino alle 2 di notte e ripresi ieri mattina, non hanno per ora restituito svolte clamorose (foto).

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Si tratta della figlia Arianna, dell’amica di questa, pure lei di nome Arianna, presente nell’abitazione al momento del delitto, dell’ex marito Claudio e del nuovo compagno Stefano. Tutti sono stati sentiti come persone informate sui fatti. Del resto i tempi molto ristretti, già da subito hanno praticamente escluso che qualcuno di loro potesse essere l’autore materiale del delitto. Padre e figlia sono partiti per Milano alle 5.45 circa, la 46enne è morta a cavallo delle 6, la polizia è arrivata all’abitazione in pochi minuti e il nuovo compagno è stato rintracciato in mattinata. Un omicidio cruento come quella della 46enne, caratterizzato probabilmente da una violenta colluttazione al termine della quale l’assassino è riuscito a bloccare la vittima da tergo, ha del resto lasciato tracce anche sull’omicida: almeno macchie di sangue, unghia spezzate, forse capelli strappati, nella peggiore delle ipotesi graffi sul volto.

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L’autopsia, eseguita ieri dai medici legali veronesi Franco Tagliaro e Federica Bartolotti, ha confermato che il profondo taglio sulla gola inferto da tergo con movimento da sinistra verso destra, è quello che ha in effetti ucciso la donna. Tecnicamente si è trattato di uno scannamento sulla parte sinistra con recisione di vene e arteria. Lecito supporre che si sia trattato di un’azione non necessariamente prodotta da mano esperta ma che necessariamente ha richiesto forza e determinazione. Come disposto dal pm titolare del fascicolo Angela Scorza, la relazione finale dovrà contenere anche riferimenti alla eventuale presenza di altri segni di aggressione sul cadavere oltre una analisi di compatibilità tra il taglio al collo e il coltello da pane, maldestramente ripulito in un lavello, sequestrato dagli inquirenti sulla scena del crimine all’inizio del primo sopralluogo. Di prassi, i medici legali cercheranno tracce di dna sotto alle unghie della donna nella speranza che alla fine il suo cadavere possa parlare restituendo il nome dell’aggressore (o comunque elementi utili alla sua identificazione). Intanto la polizia Scientifica è tornata pure ieri alla palazzina: con l’obbiettivo appunto di stanare eventuali tracce riconducibili a una persona fuori dalla cerchia familiare.