Processo al veterinario Guerra: trovata una contabilità parallela e 615mila euro in contanti

In aula un finanziare ricostruisce gli ingenti flussi di denaro: in un’agenda il medico annotava tutto. La difesa: "Una materia tributaria, non penale"

Nel riquadro il veterinario di Sant’Antonio, Mauro Guerra, mentre entra nell’aula del tribunale. L’intervento delle forze dell’ordine nel suo ambulatorio

Nel riquadro il veterinario di Sant’Antonio, Mauro Guerra, mentre entra nell’aula del tribunale. L’intervento delle forze dell’ordine nel suo ambulatorio

Ravenna, 17 aprile 2024 – Una contabilità parallela dimostrata dalle cospicue compravendite di terreni, dai 615 mila euro in contanti trovati nel suo garage ma soprattutto dalle agendine nelle quali aveva annotato tutto, dice l’accusa. Tutt’altro, per la difesa: ci troviamo di fronte a materia tributaria e non penale. E in quanto ai conti stilati dalla procura, mancano all’appello i contanti delle offerte per la frutta: fuori dall’ambulatorio di Sant’Antonio c’era cioè un bacchetto con sacchettini già pronti: tu potevi prenderli e lasciare quanto volevi.

Nell’udienza di ieri mattina, pm e avvocati difensori hanno cercato, con le loro domande al teste – un militare della guardia di Finanza –, di ricostruire gli ingenti flussi di danaro transitati per le tasche del veterinario Mauro Guerra approdando a interpretazioni opposte e inconciliabili. Una contestazione, quella relativa ai reati di natura tributaria, rimasta finora in sordina rispetto ad altre imputazioni come il maltrattamento o l’uccisione di animali: ma che, dal punto di vista sanzionatorio, rappresenta il rischio maggiore per l’imputato. E allora torniamo alle agende sequestrate all’ambulatorio: "C’erano importi fatturati e importi non fatturati – ha proseguito il teste –. E poi appuntamenti e ogni tipo di prestazioni". Un’attività densa tanto che là dentro si lavorava fino a notte fonda, "anche 23.45". A fine mese veniva annotato "il totale dei pagamenti. In alcune agende c’erano dei post-it con i quali erano state suddivise le banconote in tagli uniformi".

Già in passato il veterinario era stato controllato dalle Fiamme Gialle, ma non c’erano state conseguenze: "Nel 2015 ci fu un controllo fiscale con accesso in studio: non fu rinvenuta documentazione extracontabile. Furono fatte indagini finanziarie ma senza grossi risultati e l’attività si concluse con rilievi marginali. Tuttavia all’epoca non fu fatto accesso nell’area dove poi fu recuperata la sua agenda". Ed eccoci arrivati al nucleo degli appunti di Guerra: "La madre teneva la contabilità del figlio, con lei ci siamo confrontati. In più aveva la delega a operare sul conto del veterinario". Guerra "aveva un unico conto corrente in banca con un conto titoli con oltre 330 mila euro. Per i genitori, il conto titoli aveva un saldo attivo da un milione e 39 mila euro conto" a cui va sommato un "conto corrente di oltre 118 mila euro: sono pensionati e in due hanno una pensione netta di 3.000 euro". Dalla verifica delle movimentazioni dai conti di Guerra, "sono emerse anomalie sintomatiche negli anni esaminati: né prelievo di contante né altro con carte elettroniche. I soldi entravano ma, oltre alle utenze, quelli per vivere non uscivano: dalla benzina alla spesa". Eppure "una famiglia di 5 persone arriva a spendere in media 40 mila euro: come hanno potuto andare avanti senza prelevare? Guerra inoltre aveva "vetture e mezzi agricoli".

Altre "discrasie sono emerse sulle ore settimanali: nel 2015 le dichiarate 24 ma noi ne abbiamo rilevate 60; 48 settimane di lavoro ma noi ne abbiamo rilevate 53". Stessa musica nel 2016: "15 ore settimanali dichiarate contro 60 accertate". E poi "dalle agende sono emerse informazioni sull’acquisto di vaccini e microchip: oltre 2.000, indice di una mole di lavoro che non trova riscontro nella documentazione fiscale". In quanto ai fatidici 615 mila euro, "era intervenuta anche l’Agenzia delle Entrate spalmandoli in quattro annualità". La somma pagata per con atto di adesione è stata perciò frazionata: "Nel 2019 sono 122 mila euro, nel 2018 sono 125 mila, nel 2017, 125 mila, nel 2016 sempre 125 mila. Ma se nel 2015 sono stati ricostruiti 220 mila euro, mi fa pensare che ciò fosse la media".

Tra le agende recuperate, "ce ne sono due della madre che riportano il metodo con cui la famiglia calcolava i versamenti da eseguire in base agli introiti effettivi depurati della quota incasso bancomat di Guerra: ed è la somma portata in dichiarazione dei redditi. La madre faceva versamenti sul conto del figlio. E per l’acquisto di terreni, venivano usati assegni circolari dal conto di Guerra emessi durante il rogito. Secondo noi, ha percepito soldi in nero e ha coperto dei costi". In totale "l’incremento conto titoli, è stato di 490 mila euro in 10 anni: un tesoretto in parte da investimenti e disinvestimenti e in parte da bonifico della nonna alla madre (165 mila euro in totale)". Il teste, su esplicita domanda della difesa, ha precisato che "abbiamo analizzato solo il profilo da medico veterinario". Guerra tuttavia è anche produttore di energia, agricoltore, apicoltore: "La parte contante da vendita diretta era a offerta libera: dire 15 mila euro al mese, è forse troppo".