Nuove accuse al veterinario: “Eutanasie senza anestesia, così gli animali soffrivano”

Secondo i consulenti dell’accusa, Guerra, "per fare in fretta, provocava dolore agli animali. Praticava eutanasie senza valutarle correttamente, sulle carcasse nessuna traccia di anestetico"

Ravenna, 7 febbraio 2024 – Nell’ultima udienza del processo a carico del 50enne veterinario Mauro Guerra, accusato di maltrattamento e uccisione di animali, nonché reati tributari, paradigamtica è stata la testimonianza del proprietario di un pitbull di 4-5 anni nel 2019. In quella circostanza, il cane Iron, precedentemente in buona salute, fu improvvisamente colpito da grave malessere e iniziò a vomitare. Quando il proprietario contattò il veterinario Guerra, spiegandogli i sintomi, gli fu detto che probabilmente aveva un blocco intestinale.

Sostenitori di Mauro Guerra ieri mattina in piazza dell’Aquila (Foto Zani)
Sostenitori di Mauro Guerra ieri mattina in piazza dell’Aquila (Foto Zani)

Il veterinario, "abbastanza alterato", descritto come "poco empatico con clienti e gli stessi animali", rispose ad alcune chiamate del proprietario, dicendo che avrebbe aperto l’ambulatorio solamente alle 14 e dopo una seconda telefonata gli spiegò di fargli assumere paraffina. Nonostante la gravità della situazione, il veterinario Guerra, richiamato nuovamente dal proprietario, minimizzò la situazione, affermando che era normale e assicurando che il cane non sarebbe morto.

"Andai alla sua clinica verso le 10.30 – ha spiegato il teste –, Guerra mi disse che doveva raccogliere le uova". Il proprietario di Iron aspettò fino alle 14, altri che avevano appuntamento lo fecero passare avanti. A quel punto, "senza anestetico né vasellina", il veterinario avrebbe infilato un arnese simile a una lunga pinza nel retto del cane. "Iron cominciò a sanguinare, mi disse di portarlo fuori. E a quel punto mi disse: è già un miracolo se arriva a domattina. Così, per non farlo soffrire, mi propose di fargli la puntura. Gli chiesi di fare esami del sangue, mi rispose che non aveva tempo".

Col cane ancora agonizzante, il proprietario decise di portarlo alla clinica San Gaetaninino. Qui, stando al suo racconto, avrebbe ricevuto maggiore ascolto, alla fine il pitbull si salvò ed emerse che aveva mangiato delle ossa. Già nel 2014 lo stesso testimone aveva avuto un’esperienza non positiva con Guerra, portando a castrale il cane dei genitori, un’operazione che ha descritto come eseguita con metodi sbrigativi e scarsa igiene: "Vidi il sangue, rimasi smarrito. Lui mi aveva chiesto di tenergli le forbici". Rispondendo alla domanda del Pm Marilù Gattelli, sul perché nonostante ciò avesse continuato a rivolgersi a quel professionista, il testimone ha confermato una circostanza altre volte emersa, cioè che "tanti andavano da lui perché costava poco". In seguito a un post pubblicato su facebook, in cui biasimava il comportamento del veterinario di Sant’Antonio, lo stesso aveva ricevuto minacce sui social da parte di alcuni sostenitori di Guerra, che lo avevano indotto a presentare denuncia.

Sempre ieri sono stati sentiti alcuni consulenti dell’accusa. Riguardo alle analisi tossicologiche svolte sulle carcasse di quattro gatti, trovate nel congelatore sovrapposte a quelle di cani e sequestrate, è emerso che erano state eseguita eutanasie con Tanax ma non furono trovate tracce di anestetico. Un secondo consulente ha spiegato che anestesie su diversi animali non sarebbero state eseguite correttamente, alcune anche a domicilio senza strumentazioni adeguati. Guerra, in pratica, avrebbe spesso assecondato le richieste di padroni, "non facendo alcuna valutazione sull’ineludibilità della scelta anestetica", che "va fatta nell’interesse dell’animale, non del proprietario". Così, "per fare in fretta, provocava dolore agli animali".