Un pugno sferrato così forte da indurre il coma in chi se lo era preso in faccia. Quasi tre mesi d’ospedale tra ematomi e fratture (parieto-temporale e della mandibola) con tanto di intervento al cranio. Il fatto era accaduto la notte tra il 29 e 30 maggio dell’anno scorso: e il ragazzo ferito - un 31enne ravennate - era stato dimesso solo a metà luglio. Per quanto verificatosi in via Romea Sud davanti al bar Romea, venerdì mattina davanti al giudice Federica Lipovscek e al pm Francesco Coco, un 28enne difeso dall’avvocato Antonio Diogene, ha patteggiato 6 mesi, con pena sospesa, per lesioni aggravate dai futili motivi e dalla gravità delle ferite dopo avere offerto 2.000 euro di risarcimento. Somma che l’avvocato Nicola Casadio ha trattenuto per il 31enne a titolo di acconto in vista della causa civile di risarcimento nella quale chiederà circa 70 mila euro.
Secondo le indagini dei carabinieri del Radiomobile, nel bar, oltre al 31enne, erano presenti anche il padre, il fratello e un amico di ritorno da un concerto. A un certo punto si era avvicinato al locale un gruppo di giovani di origine sia straniera che italiana: stavano litigando tra loro. Una lite che era via via cresciuta e che era divampata quando uno dei contendenti aveva rovesciato una sedia. Il padre allora si era avvicinano ammonendo i presenti a non toccare i suoi figli. Nonostante i richiami alla calma, la situazione era degenerata tra spinte e insulti. Fino a che a un certo punto il padre aveva udito uno dei due figli gridare: "Aiuto aiuto papà (...) è giù: chiamate il 118!".
Uguale a fuggi fuggi generale. Il giorno dopo i carabinieri, grazie a un primo testimone, erano riusciti a identificare il sospettato. Lui stesso, dopo l’audizione di alcuni testimoni, si era presentato per confermare. A suo dire, dopo avere schivato un pugno dal 31enne e una bottigliata dal fratello, aveva sferrato un gancio destro alla mandibola del primo per poi fuggire in auto. Agli inquirenti aveva anche specificato che, in quanto vigilante, deteneva regolarmente due pistole e un fucile che però aveva ceduto clandestinamente prima di Natale per 500 euro.