
IL RINVENIMENTO dell’attrezzatura per stordire i pesci con l’energia elettrica è del luglio scorso.
Ravenna, 14 ottobre 2015 - Usano reti a tramaglio e aste che portano in acqua cavi collegati all’energia elettrica. Catturano illegamente quintali di pesce di acqua dolce che poi vengono caricati su furgoni senza alcuna attenzione igienica e portati in Romania (soprattutto in passato) ma recentemente anche sui mercati ittici di Milano e Roma. Ecco i novelli bracconieri, gruppi di romeni che hanno deciso di far soldi con la pesca di frodo.
Al fenomeno è dedicata una riunione convocata per oggi al Lago Le Ghiarine di Fosso Ghiaia. L’iniziativa è dell’associazione Euro Carp. Presente anche la polizia provinciale, impegnata, assieme alla Forestale nel contrastare questa forma di bracconaggio. I nuovi predoni dei fiumi hanno iniziato la loro attività, anni fa, nel rodigino. Poi sono scesi nel ferrarese e, più recentemente, compiono scorribande lungo i fiumi ravennati: il Destra Reno, il Reno, i Fiumi Uniti. Dietro questi pescatori ci sono vere e proprie organizzazioni. Non risiedono mai nello stesso Comune per più di tre o quattro mesi. Quando vanno a pesca, posizionano delle ’vedette’ lungo le carraie che portano alle zone dove vengono calati i tramagli. Il pescato, fatto di siluri, carpe, lucioperca e anguille viene caricato su furgoni in contenitori di plastica, senza refrigerazione. Gli autisti prendono la strada verso la Romania: un viaggio di 15 ore che, soprattutto in estate, fa deperire il pesce. Poco importa, il mercato romeno sembra sempre florido per queste specie che hanno lunga tradizione sulle sponde del Danubio. Più recentemente, la Forestale ha seguito tracce che hanno portato a scoprire che i furgoni puntano anche sulla Germania, più rapida da raggiungere e altrettanto florida per le vendite.
IL RINVENIMENTO dell’attrezzatura per stordire i pesci con l’energia elettrica è del luglio scorso. Due romeni, fermati dalla Forestale, avevano pescato con tre batterie da 12 volt e un’asta con filo elettrico da immergere nell’acqua. Una tecnica che ha fruttato ai due romeni 100 chili di pesce, naturalmente sequestrati dalle guardie. Forestale e Polizia provinciale puntano a bloccare i furgoni per poi sequestrarli e infliggere così un danno economico maggiore ai pescatori di frodo che, altrimenti, se bloccati con la rete in mano, se la cavano con una sanzione di poche centinaia di euro. Naturalmente quasi mai pagate.