
Riscoprire il passato di Faenza tra le pagine di un romanzo
Quest’ estate ho letto un romanzo di Maria Federica Baroncini, ’Sale di pietra’. Il libro narra di una donna di nome Mafalda che con la sua famiglia scappa da Faenza a causa della guerra, mentre il marito Antonio è al fronte. Si rifugia così a Quartolo, ospite di una coppia di anziani. Dopo qualche mese, è costretta ad andarsene poichè gli alleati stanno arrivando a liberare Faenza passando proprio da Quartolo. Tornata a Faenza, cerca riparo a palazzo Milzetti, un posto molto suggestivo per i suoi giardini e le sale affrescate.
Qui aspetterà con la famiglia la fine della guerra.
Il 9 novembre abbiamo incontrato la scrittrice del romanzo, Maria Federica Baroncini. Dopo essersi presentata, ha fatto una breve introduzione del suo libro e ci ha spiegato in che situazione si trovava Faenza durante la Seconda guerra mondiale.
Ci ha raccontato che la città era sorvolata tutte le notti da un aereo inglese soprannominato dai faentini ’Pippo’. Lo consideravano come un protettore, fino a quando non sganciò una bomba sulla stazione ferroviaria di Faenza, provocando la morte di tre ferrovieri. La sirena antiaerea suonava talmente spesso che, dopo i primi tempi, la gente smise di correre nei rifugi, perché non accadeva nessun bombardamento. Questo fino al 2 maggio 1944, quando Faenza subì un bombardamento devastante. Dal 2 maggio al 13 dicembre 1944 Faenza subì più di cento bombardamenti, che fecero crollare case, torri e ponti. Le porte della città vennero distrutte per far passare i veicoli militari.
Maria Federica Baroncini, dopo averci descritto la distruzione portata dalla Seconda Guerra Mondiale, ci ha mostrato delle foto dell’epoca che ritraevano i primi soldati entrati a Faenza, che sembrava una città fantasma. Alla fine del suo intervento ha risposto ad alcune delle nostre domande.
Ci ha spiegato che per scrivere il libro ha impiegato ben nove mesi e che ha ascoltato le testimonianze di Alberto Cova, un bambino sfollato con la famiglia, e di Giovanni Collina Graziani, un medico dell’ ospedale, che teneva nel suo diario il conto dei bombardamenti su Faenza.
L’ incontro con l’autrice ha reso ancor più realistico quello cha avevo letto. È stato più facile immaginare la storia, sia perché conoscevo in parte i luoghi descritti, sia per le foto che ci ha mostrato. Mi ha ricordato anche il libro di Lia Levi, perchè entrambe hanno testimoniato un periodo importante e brutto della storia del nostro paese. Inoltre in entrambi i libri le protagoniste sopravvivono alla guerra.
Martina Casadio
Classe 3ªC
Scuola media Europa
di Faenza
Prof.ssa Alessia Cortesi