Ravenna, 28 aprile 2023 – Prima si è rifiutato di esibire al controllore del treno il biglietto, in quanto ne era sprovvisto. Poi, una volta che il convoglio è stato fatto fermare a Lido di Classe e sono intervenuti i carabinieri, rendendo necessaria la temporanea evacuazione di quel vagone, ha reagito con calci e pugni, mandando all’ospedale uno dei militari, tanto che per immobilizzarlo si sono visti costretti a usare il taser, la pistola a impulsi elettrici. Non pago, in tribunale ha sfidato il giudice ed è finito in carcere. Qui, ieri mattina, Ibrahima Diallo, 37enne della Guinea, senza fissa dimora, era stato portato per l’udienza di convalida del suo arresto con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di fornire indicazioni sulla propria identità personale. In aula, oltre ad avvalersi della facoltà di non rispondere, ha opposto il silenzio anche alla richiesta di declinare le proprie generalità, cosa alla quale si è tenuti per legge, salvo poi pronunciare frasi confuse, ma dimostrando di comprendere la lingua italiana. Un atteggiamento ostile che ha indotto il giudice, Cecilia Calandra, ad accogliere la richiesta della Procura della misura cautelare in carcere, in attesa del processo fissato a metà maggio. La difesa, con l’avvocato Barbara Amaranto, chiedeva una misura meno afflittiva. Quando il convoglio regionale 17543 Bologna-Rimini, con a bordo un centinaio di passeggeri, è stato fatto fermare alla stazione di Lido di Classe-Lido di Savio erano circa le 9.45 e un quarto d’ora dopo si è reso necessario l’intervento dei carabinieri di Savio.
L’uomo si era rifiutato di esibire il titolo di viaggio al controllore e fornire indicazioni sulla propria identità. Di lì a poco ha assunto un atteggiamento oltraggioso e aggressivo, alzandosi le maniche dalla maglia, mostrando i pugni e pronunciando frasi minacciose. I militari hanno chiesto al personale di Fs di evacuare il vagone, sul quale erano presenti anche bambini, vista la situazione di tensione che si stava determinando. Preso di peso poiché non intenzionato a scendere, è stato portato fuori dal treno e trascinato lungo la massicciata, quando ad un certo punto ha trasformato l’iniziale resistenza passiva in attiva, cominciando a scalciare e a dimenarsi. Uno dei militari è stato colpito al ginocchio ed è finito al pronto soccorso, rimediando lesioni giudicate guaribili in 8 giorni. Questa reazione ha reso necessario l’utilizzo dello storditore elettrico per renderlo inoffensivo e poterlo accompagnare al comando. A suo carico risulta un solo precedente del 2021 per violazioni delle norme sull’immigrazione.
Il regionale, a causa di questo inconveniente, è ripartito con circa una mezz’ora di ritardo, dopo che tutti i passeggeri sono potuti risalire a bordo.
l. p.