LORENZO PRIVIATO
Cronaca

Uccisa dalla ruspa, parla il marito: “Positivo alla cocaina? Prevedibile. Chi ha quel vizio non smette”

Giovanni Sfregola, ufficiale dei carabinieri, aspettava in hotel la moglie Elisa Spadavecchia, 66 anni. Sull’indagato Lerry Gnoli: “Novità che aggiunge poco a un comportamento disumano e scorretto”

Uccisa dalla ruspa, parla il marito: “Positivo alla cocaina? Prevedibile. Chi ha quel vizio non smette”

Ravenna, 3 giugno 2025 – “Aveva già provocato un incidente mortale sotto effetto di cocaina. Che oggi si confermi che ne faceva ancora uso non mi stupisce, era evidente da subito”.

Giovanni Sfregola, colonnello dei carabinieri in pensione, parla al telefono da Vicenza, con una voce spezzata dalla stanchezza e dal dolore che non lo lascia più.

Nel riquadro Elisa Spadavecchia. Il 24 maggio Giovanni Sfregola la aspettava in hotel. Non rispondeva al telefono, Con ’trova iPhone’ è giunto sul posto, dove ha fatto la terribile scoperta
Nel riquadro Elisa Spadavecchia. Il 24 maggio Giovanni Sfregola la aspettava in hotel. Non rispondeva al telefono, Con ’trova iPhone’ è giunto sul posto, dove ha fatto la terribile scoperta

È il marito di Elisa Spadavecchia, l’insegnante in pensione di 66 anni travolta e uccisa il 24 maggio scorso da una ruspa in azione sulla spiaggia libera di Pinarella di Cervia. Quel giorno, mentre lui era con amici in albergo, Elisa aveva deciso di fare una passeggiata. Al telefono non rispondeva. Con l’app “Trova iPhone”, Sfregola ha localizzato il cellulare della moglie. È arrivato sul posto e ha trovato la tragedia.

Oggi, a distruggere ancora di più, è la conferma che Lerry Gnoli, il 54enne alla guida della ruspa, era positivo alla cocaina.

“Francamente, per me questo è ininfluente – dice con amarezza – non mi cambia niente. Forse l’aveva assunta, oppure poteva anche avere fretta di andarsela a comprare quel sabato. È chiaro che era un assuntore, una persona con quelle caratteristiche non cambia. L’ho capito subito, leggendo che anni fa aveva già ucciso una persona guidando in quelle condizioni”.

Rilievi sulla ruspa che ha investito e ucciso la donna (Foto Corelli)
Rilievi sulla ruspa che ha investito e ucciso la donna (Foto Corelli)

Ufficiale dell’Arma stimato e temprato da una carriera lunga e importante, Sfregola ora parla da marito distrutto. “Quello che più mi sconvolge è il gesto in sé. Una manovra del genere, sulla sabbia, in pieno giorno, con la spiaggia che cominciava a riempirsi...”.

Ad un investigatore esperto come lui non sfugge come la positività alla cocaina nel sangue lasci prefigurare un’assunzione recente, contrariamente alle ammissioni fatte dall’indagato (“l’ho assunta, ma giorni prima”). Ma Sfregola è netto: “Saranno i medici a stabilire le quantità, ma io adesso parlo come parte lesa, non come investigatore. Quella persona ha agito in modo disumano e scorretto. Guidava una ruspa su una spiaggia pubblica un sabato mattina: il resto, compresa la cocaina, non fa che confermare quello che era già evidente”.

E sul fatto che Gnoli lavorasse ancora con la ruspa, nonostante precedenti gravi: “Ho letto che continuava a operare con l’azienda del figlio. Non mi sorprende più nulla. Oggi ognuno fa quello che vuole”.

A chi gli chiede se, al di là delle responsabilità personali, non ci sia qualcosa di profondamente sbagliato nel contesto in cui tutto è accaduto – una ruspa in spiaggia alle 11 del mattino, nessun controllo –, il marito risponde con parole che non lasciano spazio a dubbi: “La risposta se la dia da solo. È talmente ovvio che qualunque italiano direbbe la stessa cosa”.

Giovanni Sfregola ha affidato la tutela legale all’avvocato Carlotta Mattei di Cesena. Ma sa che nessun processo restituirà giustizia piena a un dolore così profondo: “Mi creda, la sofferenza è talmente grande che niente può aggiungere altro. Non c’è spazio per altro dolore”.