
"Violentata la notte del Niballo". A processo un 24enne faentino
Faenza (Ravenna), 20 novembre 2024 – Deve rispondere di violenza sessuale aggravata su una 17enne. E delle lesioni aggravate procurate nell’occasione alla giovane per un totale di 15 giorni di prognosi. Per quanto accaduto nella notte tra il 22 e 23 luglio 2023 in concomitanza con il Palio del Niballo di Faenza, ieri mattina davanti al collegio penale del tribunale di Ravenna è partito il processo a carico di uno studente 24enne della città manfreda, incensurato e difeso dall’avvocato Enrico Ferri. Il giovane, rimasto sempre a piede libero, è evidentemente pronto a sostenere la propria estraneità agli addebiti mossi tanto da avere scelto il dibattimento e non un rito alternativo che, in caso di condanna, gli sarebbe valso lo sconto di un terzo della pena. In quanto alla ragazza si è costituita parte civile con l’avvocato Nicola Laghi. Udienza subito rinviata a fine marzo quando a prendere la parola saranno i carabinieri che avevano verbalizzato la denuncia della 17enne.
La giovane, sentita a metà settembre scorso dai militari del nucleo Investigativo di Ravenna alla presenza della psicologa Lisa Cappelli, aveva restituito ogni dettaglio di ciò che a suo avviso le era accaduto quella notte. All’inizio - aveva spiegato agli inquirenti - si trovava assieme al padre in uno dei rioni impegnati nella tenzone; quindi attorno alle 4 aveva deciso di incamminarsi verso un bar del centro cittadino. Ed è lì che aveva incontrato quel giovane che lei conosceva. Questi - sempre secondo la ragazza - le aveva immediatamente chiesto una prestazione sessuale; poi le era andato incontro sostenendo di non averla riconosciuta.
I due si erano quindi seduti sulle sedie del bar: erano presenti anche due ragazzi i quali, quando il giovane avrebbe preso a molestarla, si erano alzati e si erano sistemati in un tavolino dietro (la loro posizione è al vaglio delle verifiche coordinate dal pm titolare del fascicolo Lucrezia Ciriello).
La successiva contestata violenza sessuale, era durata circa un quarto d’ora: secondo la ragazza, i due giovani alle loro spalle si erano resi conto che stava accadendo qualcosa pur non intervenendo. Poi lei si era alzata ed era scappata sconvolta: si era fermata solo più avanti nei pressi di un bancomat e si era messa a piangere. Quindi era tornata indietro passando davanti allo stesso bar: lì seduti, c’erano sempre il giovane che avrebbe abusato di lei e i due suoi amici oltre ad alcune ragazze le quali, parlando tra di loro, l’avevano apostrofata in modo spregevole.
Lei si era bloccata, come impietrita; il ragazzo allora era andato dall’altra parte della strada mentre lei aveva proseguito per raggiungere l’abitazione di un’amica. Dopo qualche passo, le era venuto un attacco di panico ed era tornata indietro: per fortuna a quel punto aveva incontrato un amico di famiglia il quale l’aveva riaccompagnata. In merito ai ragazzi presenti durante i contestati abusi, lei non li aveva riconosciuti né li aveva più incontrati in giro: anche perché da quella volta, aveva cominciato a uscire per Faenza a testa bassa.