
I dirigenti della Polizia di Stato Claudio Cagnini e Giuseppe Davide Farina hanno presentato i risultati del dispositivo, introdotto nel 2017 "Messaggi, immagini e video ricevuti costituiscono materiale probatorio".
Nata nel 2017, in particolare, per la prevenzione e il contrasto allo spaccio di stupefacenti e al bullismo, nel 2020 è stata estesa anche alla violenza di genere. È ‘YouPol’, l’app della Polizia di Stato – destinata a smartphone, tablet e computer – che accorcia le distanze con i cittadini. In Questura il vice questore Claudio Cagnini, dirigente della divisione anticrimine, e Giuseppe Davide Farina, dirigente dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico, hanno fatto il punto, invitando i cittadini ad usufruire di questo strumento, peraltro gratuito e, volendo, anche anonimo. Soltanto per dare la dimensione del ‘fenomeno’, su tutto il territorio nazionale, nei primi 6 mesi dell’anno, sono state effettuate ben 23.800 segnalazioni.
"YouPol – hanno spiegato Claudio Cagnini e Giuseppe Davide Farina – non sostituisce i numeri di emergenza, ovvero il 112, contattabili peraltro anche attraverso la stessa app, ma rappresenta una modalità ‘smart’, destinata sia alle vittime, sia ai testimoni, per interagire con la Polizia di Stato". YouPol consente l’accesso con registrazione dell’utente o anche in forma anonima. La principale funzione è l’invio di messaggi e immagini direttamente alle centrali operative delle Questure. Centrali operative che possono immediatamente ‘gestire’ il materiale ricevuto. È possibile scegliere anche la lingua (inglese, francese, tedesco e spagnolo). Fra i punti di forza dell’applicazione vi è la possibilità di proteggere la propria identità. Dal punto di vista operativo, le segnalazioni vengono gestite dal servizio controllo del territorio della direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato che, attraverso gli uffici di prevenzione generale e soccorso pubblico delle 106 Questure italiane, aumentano così la ‘prossimità digitale’ verso i cittadini. L’efficacia dell’applicazione è confermata dal gradimento da parte degli utenti, come evidenzia la continua crescita del numero delle segnalazioni: "Oltre ad accelerare le dinamiche di intervento la possibilità di registrare e inviare file audio o video, diventa fondamentale per l’acquisizione di elementi probatori. Un esempio concreto è l’episodio di violenza domestica capitato a gennaio quando, la figlia minore di una coppia, ha documentato e inviato i maltrattamenti del padre nei confronti della madre, permettendo l’arresto".
Roberto Romin