Omicidio Eletti, colpo di scena: Marco non è il figlio della vittima

Il giovane, 34 anni, è stato rinviato a giudizio per avere ucciso Paolo, ma è caduta l'aggravante del legame parentale.E' accusato anche del tentativo di avvelenamento della madre

Sabrina Guidetti, mamma di Marco Eletti, nella foto con Paolo Eletti (foto Artioli)

Sabrina Guidetti, mamma di Marco Eletti, nella foto con Paolo Eletti (foto Artioli)

Reggio Emilia, 13 aprile 2022 - Stamattina Marco Eletti, 34 anni, è stato rinviato a giudizio: davanti alla Corte d'Assise, il 18 novembre, sarà chiamato a rispondere dell'omicidio di Paolo Eletti, 58 anni, e del tentato omicidio della madre 55enne Sabrina Guidetti, fatti avvenuti il 24 aprile 2021 nella loro casa di San Martino in Rio.

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Al termine dell'udienza preliminare è emerso il colpo di scena: il gup Silvia Guareschi ha fatto decadere una delle quattro aggravanti contestate, cioè il legame parentale nei confronti di Paolo Eletti. Questo perché dalle indagini finora promosse è emerso che il 58enne non è il padre biologico dell'imputato.

L'inchiesta dei carabinieri è stata coordinata dal pm Cristina Piera Giannusa. Nei confronti di Paolo Eletti, l'accusa è di omicidio aggravato da premeditazione, futili motivi e uso di sostanze venefiche. Per il tentato omicidio della madre restano in piedi tutte e quattro le aggravanti (compreso il legame parentale). Stamattina per la prima volta in tribunale Sabrina Guidetti ha rivisto il figlio a un anno di distanza da quella terribile giornata. Lei, assistita dall'avvocato Claudio Bassi, ha scelto di non costituirsi parte civile.

Secondo la Procura, Marco Eletti avrebbe ucciso Paolo colpendolo ripetutamente alla testa con un martello: dall'autopsia sono emerse 19 ferite. E avrebbe cercato anche di eliminare la madre stordendola con una massiccia dose di benzodiazepine.

Lui, tutelato dagli avvocati Domenico Noris Bucchi e Luigi Scarcella, si proclama innocente. La difesa aveva chiesto il rito abbreviato, rigettato dal gup. Se la corte d'Assise ritenesse insussistenti alcune aggravanti, potrebbe applicare i benefici del rito speciale, cioè lo sconto di un terzo di pena in caso di condanna. A oggi, per com'è formulata l'imputazione, il 34enne rischia l'ergastolo