REDAZIONE REGGIO EMILIA

Ramblas alle ex Reggiane. Via libera dal consiglio. L’opposizione infuriata: "Opere inutili da 6 milioni"

Approvato tra le polemiche il progetto di fattibilità grazie ai voti della maggioranza. Fratelli d’Italia: "Impatto devastante per il quartiere Santa Croce tra smog e rumore". Coalizione Civica: "Una valanga di soldi pubblici spesi per pochi metri di strada". .

Il rendering di una delle due rambla: si snoderanno tra via Agosti e viale Ramazzini

Il rendering di una delle due rambla: si snoderanno tra via Agosti e viale Ramazzini

Via libera tra le polemiche, in Consiglio comunale al progetto di fattibilità di un grande parco urbano nell’area delle ex Reggiane, costituito dalla “Rambla sud” (tra viale Ramazzini e la ferrovia), e “Rambla nord” (tra via Agosti e viale Ramazzini), per oltre tre ettari di verde tra alberi e prati stabili. Un intervento da 6 milioni, di cui 4 finanziati dalla Regione tramite fondi europei e due milioni (un milione per ciascuna rambla) cofinanziato dal Comune. L’operazione, già validata una ventina di giorni fa da una Conferenza dei servizi, prevede anche una modifica della destinazione d’uso da insediamento produttivo e logistico a spazio verde e polifunzionale e sarà realizzata dalla società Stu Reggiane.

Durissimo l’intervento di Cristian Paglialonga, capogruppo di Fratelli d’Italia, che evidenzia una serie di incognite, tratte dagli stessi documenti tecnici dei progetti, come la valutazione ambientale strategica. Si tratta in sintesi di una pioggia di deroghe e autorizzazioni da chiedere ai più svariati enti, senza certezza di ottenerle: dalla Sovrintendenza, all’Ausl, da Arpae alle Ferrovie dello Stato. Col rischio di blocco o ritardo dei cantieri.

Secondo Paglialonga non è poi trascurabile, "l’impatto ambientale sul quartiere di Santa Croce, con aumento di traffico, smog e rumore, mentre le misure di compensazione si limitano a nuovi alberi e lampioni a led. E anche le zone 30 e i sensi unici sono ipotesi del tutto aleatorie". Inoltre Paglialonga propone di effettuare una verifica della presenza di potenziali residuati bellici (come gli ordigni della seconda guerra mondiale ritrovati nell’area della Rcf Arena) prima dell’inizio dei cantieri e non in corso d’opera come previsto. Infine il consigliere sottolinea come "obbligotariamente il Comune doveva inserire almeno tre progetti. Leggendoli mi sono sentito offeso, perché la prima opzione, l’opzione zero, prevedeva di lasciare tutto com’è. La seconda, quella di demolire tutto è chiaramente una provocazione politica".

Infine la terza, dice l’esponente di Fdi, "prevede di realizzare esattamente quello che Stu Reggiane e Comune volevano fare fin dall’inizio, ma allora tanto valeva dirlo subito". Contro quello definito un "un progetto imposto, truccato e pericoloso", Fdi annuncia battaglia anche in Regione, tramite Alessandro Aragona. Fabrizio Aguzzoli (Coalizione civica) punta il dito sui "costi allucinanti del progetto: una valanga di soldi pubblici per poche centinaia di metri di strada". Ma anche su Stu Reggiane, i civici nutrono riserve da tempo. "È una voragine per risorse pubbliche, spesso mal spese – rincara Aguzzoli – C’è anche una certa confusione sul controllore e il controllato dell’opera perché la Stu è partecipata da Iren e l’assessore Carlo Pasini ha svolto tutta la sua carriera in aziende partecipate dalla multiutility". Posizione analoga da parte di Alessandro Rinaldi della Lega. Pollice verso alla delibera (passata con 20 voti della maggioranza) anche per Forza Italia e della lista Tarquini che non vedono "alcun vantaggio per il centro storico", come era stato annunciato.