DANIELE PETRONE
Cronaca

Saman, l’estradizione a ostacoli. Ultima chiamata per il padre

Udienza il 10 gennaio dopo quattro rinvii, poi scadranno i termini per decidere sulla richiesta del nostro Paese

Novellara (Reggio Emilia), 18 dicembre 2022 - "Non penso vedremo mai in Italia i genitori di Saman". L’amara considerazione è di Barbara Iannuccelli, avvocato dell’associazione Penelope, parte civile ammessa al processo per il presunto omicidio della 18enne pakistana a Novellara di Reggio Emilia. L’ennesimo schiaffo a Saman, nel giorno in cui avrebbe spento venti candeline, arriva dal Pakistan. Giovedì scorso, l’udienza per decidere sull’estradizione – chiesta dal nostro Paese – del padre Shabbar, arrestato nel Punjab il 15 novembre in virtù del mandato internazionale, è stata rinviata per la quarta volta. Quasi una farsa. L’uomo comparirà davanti alla corte di Islamabad, dove si trova in carcere, il 10 gennaio. L’ordinamento giuridico pakistano prevede che i termini per l’estradizione scadano due mesi dopo l’arresto.

Esami istologici sul corpo di Saman Abbas. La prima ipotesi è che sia stata soffocata

La 18enne pakistana Saman Abbas, presumibilmente uccisa la notte del 30 aprile 2021
La 18enne pakistana Saman Abbas, presumibilmente uccisa la notte del 30 aprile 2021

Saman, tutte le bugie della famiglia E dai filmati spuntano altri parenti

Quella sarà dunque l’ultima data disponibile per decidere a meno di ulteriori proroghe dei giudici. Anche se, a prescindere dall’esito della decisione, sarà comunque il governo pakistano ad avere l’ultima parola. Inoltre, il Paese al momento è alle prese con altre priorità, come i pesanti conflitti sociali interni da risolvere. Insomma, un percorso irto di ostacoli che preoccupa non poco la giustizia italiana, pessimista sulla possibilità di avere Shabbar in aula il 10 febbraio, quando comincerà il processo per il presunto omicidio di Saman. Shabbar deve rispondere di omicidio premeditato, sequestro di persona e soppressione di cadavere in concorso con la moglie Nazia Shaheen (l’unica ancora latitante, si presume in patria, dove godrebbe di importanti protezioni da parte di un fratello poliziotto), lo zio di Saman, Danish Hasnain, e i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq. Insieme – secondo la Procura reggiana – avrebbero architettato il "delitto d’onore", dopo il rifiuto di Saman a un matrimonio combinato, compiuto nella notte fra il 30 aprile e il primo maggio 2021. A pochi metri dall’abitazione dove viveva la giovane con la famiglia, è stato ritrovato il 18 novembre il corpo della ragazza interrato in un casolare diroccato.

A indicarlo ai carabinieri è stato lo zio Danish. Sul corpo sono in corso ancora gli accertamenti autoptici, sui quali la prossima settimana si dovrebbero avere i primi esiti. Anche se dalle prime ipotesi, sarebbe stata strangolata. "Tutti danno per provata la responsabilità del padre di Saman, sulla base delle intercettazioni. Ma queste, da sole, non bastano. Devono trovare riscontri oggettivi", dice la legale Iannuccelli, come a ribadire che il Pakistan difficilmente consegnerà il padre all’Italia, neppure dopo che al telefono col fratellastro ammise: "L’ho uccisa io".

Intanto a Novellara si ricorda oggi la memoria di Saman. Il Comune ha allestito una cassetta per accogliere lettere dedicate a lei. Mentre per conferire la cittadinanza onoraria – proposta lanciata dalla direttrice di Qn-Carlino, Agnese Pini, e accolta dal Comune – bisognerà attendere fino a dopo Natale. "Manca ancora il certificato ufficiale di morte di Saman, che arriverà dopo la fine dell’autopsia. Ma è tutto pronto", spiega la sindaca di Novellara, Elena Carletti.