
Parla la neo-consigliera regionale Elena Carletti, creatrice del Fondo "Sono donne che vivono come testimoni di mafia: Sundus non ci ripensi" .
Sundus Ali vuole studiare, lavorare, riprendere in mano i pennelli per dipingere. Desidera soprattutto una nuova vita per i suoi figli di 10, 11 e 13 anni. "Non imporrò mai le mie idee, potranno seguire la loro strada liberi. Voglio che vivano i loro sogni e abbiano un futuro diverso". A 37 anni ora si trova con loro in un alloggio protetto, salvata dalla segregazione e da agghiaccianti violenze familiari grazie ad un’operazione messa in moto dai Servizi sociali e dalla Questura di Reggio Emilia, che l’ha fatta uscire dal Pakistan dove il marito l’aveva riportata per "ammansirla".
"Queste donne hanno una forza e un coraggio incredibili, tra qualche generazione saranno riconosciute come quelle che hanno spezzato le catene ed aperto la strada dell’emancipazione. Per aiutarle abbiamo istituito il Fondo Saman", commenta Elena Carletti, neo consigliera regionale ed ex sindaca di Novellara, paese dove la giovane pakistana Saman Abbas venne uccisa dai genitori e altri familiari perché intendeva sottrarsi ad nozze forzate: "Anche dopo Saman, i nostri Servizi hanno seguito casi analoghi - dice Carletti - Più indietro nel tempo, sempre nella Bassa reggiana si erano verificati casi di donne che inviavano richieste d’aiuto dall’estero. Vicende complesse per le azioni a livello internazionale che devono essere messe in campo. Purtroppo di qualcuna si sono perse le tracce". Carletti aggiunge: "Il problema è queste donne che si ribellano, vivono poi come testimoni di mafia. Dopo l’uscita dalla famiglia, devono cambiare nome, residenza, abitudini per sottrarsi da vendette e ritorsioni. Ci si deve ricostruire da zero la vita. Davanti ad uno sforzo così immane, non tutte riescono ad avere la determinazione e tornano indietro, accettando la violenza".
Il Fondo Saman è stato istituito dal Comune di Novellara. "La prima iniziativa è stato un corso di formazione molto partecipato rivolto a mediatori culturali, insegnanti, assistenti sociali e forze dell’ordine, per spiegare come raccogliere i segnali e strutturare gli interventi". Il Fondo ha inoltre istituito borse di studio che in questi mesi hanno permesso a 5 donne di formarsi come Oss. A Novellara è attivo anche Rosa dei Venti, progetto che sabato compirà sei anni: solo nell’ultimo anno ha contato ben 825 presenze: "Si tratta di uno spazio dove le donne possono incontrarsi in sicurezza con la presenza di un assistente sociale. Vi si svolgono attività finalizzate alla socializzazione, all’uscita dall’isolamento. Sono molto richiesti i corsi di alfabetizzazione, d’italiano, per prepararsi all’esame di teoria per la patente, di informatica di base e per ottenere l’attestato Haccp di operatore alimentare".