Elezioni Rimini 2021, Jamil sindaco: Gnassi ha vinto ancora

Per la prima volta la città sarà guidata da un cittadino di origine straniera voluto dal condottiero uscente del Pd. Il ko del centrodestra

Jamil Sadegolvad con la sua futura vice Chiara Bellini

Jamil Sadegolvad con la sua futura vice Chiara Bellini

Rimini, 5 ottobre 2021 - Rimini ha un nuovo sindaco. Si chiama Jamil Sadegholvaad eletto con il 51,32% dei voti. Basterebbe già questo per attestare che la storia ha nuovamente incrociato i destini della capitale della Riviera. Il candidato dal "nome strano" è il primo sindaco di origine straniera eletto in un capoluogo di provincia. Padre persiano, compagna brasiliana, una figlia di 4 anni, Jasmine: la foto di famiglia dell’Italia che verrà.

Jamil Sadegholvaad: "Io, il sindaco con il nome strano". così Rimini sa aprirsi al mondo - Elezioni Rimini 2021: ecco chi siederà in consiglio comunale

Ma non basta. Sempre a Rimini, gli elettori hanno consegnato un seggio al primo consigliere dichiaratamente No vax dell’Emilia-Romagna. Uno dei pochissimi d’Italia. Matteo Angelini è riuscito a raccogliere il 4% dei voti, quasi il doppio di quelli messi insieme dal Movimento 5 Stelle, che in città non correva con il centrosinistra, ma contro. Un dato parla più di ogni commento: nelle Politiche del 2018, a Rimini, i grillini superarono di slancio il 30 per cento. Primo partito cittadino. Una sberla in faccia alla sinistra, umiliata e, per la prima nella sua storia, rimasta a secco di parlamentari. Ieri sera il Pd si è preso la rivincita: 26,44% a 2,45%, percentuali che sanciscono, in una delle culle del grillismo, il tramonto del Movimento ereditato da Conte.

Il centrodestra guidato da Enzo Ceccarelli incassa una pesante sconfitta. Perché Rimini non è Bologna, qui la sinistra ogni vittoria se l’è dovuta sudare. L’ha strappata con le unghie quattro volte su sei, costretta ad andare al ballottaggio, un secondo tempo sfuggito dalle mani di Ceccarelli, un candidato che gli esponenti riminesi di Lega e Fratelli d’Italia hanno sempre giudicato inadeguato. Ceccarelli si è fermato al 32,94%, staccato di quasi 20 punti da Sadegholvaad.

I notabili di Forza Italia l’avevano pronosticato alla vigilia: "Un candidato di Bellaria, imposto da un forlivese e sostenuto da una riccionese potrà mai vincere a Rimini?". Avevano visto giusto, ma l’onorevole Jacopo Morrone (il forlivese, di cui sopra) non aveva sentito ragioni. Probabile, ma non scontata, la resa dei conti che si aprirà nel prossimi giorni nel centrodestra, che questa volta ci credeva davvero.

Fuori Andrea Gnassi, lacerante lo scontro nel Pd che per settimane, in piena estate, aveva visto contrapposti Emma Petitti e Sadegholvaad. Una breccia che avrebbe permesso al candidato del centrodestra di superare le difese di Palazzo Garampi e catapultare un civico sullo scranno di Gnassi. È andata diversamente e oggi la Lega (13,46%) e il partito della Meloni (13,77) si trovano a contare i decimali in una corsa al sorpasso che si combatte però nelle retrovie. Con Forza Italia ridotta al lumicino con il 2,01 per cento.

Una debacle anche per quello che doveva essere il terzo polo, guidato da Gloria Lisi, vice sindaco fino a pochi mesi fa di Gnassi, passata dall’altra parte della barricata. Puntava al ballottaggio, ha raggiunto appena l'8,93%, nonostante il sostegno di sei liste tra cui quella del M5S.

Anche nel centrosinistra la fotografia emersa dalle urne mette in chiaro vincitori e vinti. Promesse disattese e scommesse centrate. Tiene il Partito democratico (26,44%), decolla la lista Jamil (16,93) grazie anche al sostanzioso contributo del sindaco uscente. Di Gnassi non c’è una foto accanto al simbolo del Pd, mentre esistono video e intere gallerie di immagini che suggellano il passaggio di testimone tra lui e il suo prescelto. Jamil, quel "nome strano" che ieri è diventato normale.