MANUEL SPADAZZI
Cronaca

Filippo Palazzi dopo la meningite. "Tornerò a giocare a frisbee"

Si è ammalato due anni fa, gli sono state amputate le gambe sotto al ginocchio. Ma non si è arreso

Filippo Palazzi

Rimini, 23 aprile 2019 - ​La meningite lo ha segnato pesantemente. Sul volto. Sul corpo. Ma non nell’anima. Perché Filippo Palazzi è pieno di voglia di vivere. Ed è un ragazzo molto più maturo dei suoi 18 anni, festeggiati sabato al villaggio del ‘Paganello’ insieme a tantissimi amici ed ex compagni di squadra. «Ma a loro ho promesso che tornerò a giocare, prima o poi. Ma prima devo rimettermi in piedi». Perché a Filippo, dopo la meningite fulminante che l’ha colpito due anni fa, nel febbraio 2017, i medici hanno dovuto amputare le gambe sotto al ginocchio. E’ rimasto ricoverato per mesi: i primi giorni a Rimini e poi a Parma, fino a settembre 2017.

Ma Filippo non si è mai perso d’animo. E’ ritornato a scuola (all’istituto ‘Molari’ di Santarcangelo), e in questi giorni è andato a seguire il ‘Paganello’, il torneo di frisbee sulla spiaggia. E’ lo sport di Filippo, anche prima che venisse colpito dalla malattia. «Ho giocato per tanti anni, mi dà sempre una bellissima sensazione vedere le partite dal vivo. Mi ha messo addosso una gran voglia di giocare. E se tutto va bene, vorrei farcela l’anno prossimo».

Intanto al ‘Paganello’ hanno organizzato sabato la grande festa a sorpresa per il tuo compleanno. Che cos’hai provato? «Una grande emozione. Lo sapevo che avrebbero fatto qualcosa, non mi aspettavo una serata così bella e con tanta gente».

Quanto è stato importante l’affetto dei tuoi amici in questi anni, per affrontare le cure, le terapie, la riabilitazione? «È stato di grande aiuto. Io però non mi sono mai abbattuto. Non sono uno che sta lì a piangersi addosso».

Come hai reagito quando hai saputo dell’amputazione? «Ho pensato: quello che successo è successo, ora c’è da fare tanto e impegnarsi per tornare a una vita normale. Uno dei miei primi pensieri è stato: voglio tornare a scuola prima possibile e giocare a frisbee. Il primo obiettivo è raggiunto. Al secondo ci stiamo lavorando, prima devo rimettermi in piedi e camminare. Ma il mio sogno è tornare a giocare e allenarmi prima possibile».

In questi giorni al torneo era presente anche Art4sport, l’associazione di cui fai parte, che aiuta i ragazzi vittime di incidenti e malattie a riprendersi le loro vite attraverso lo sport. Un’associazione di cui fa parte Bebe Vio. «Tutti i ragazzi di Art4sport hanno qualcosa da insegnare. Ho conosciuto personalmente Bebe: ha avuto la mia stessa malattia, ne è uscita ed è diventata una campionessa. E’ una grande persona, ma io cerco di tirare fuori le motivazioni da me stesso. E lo sport mi aiuta tanto, in questo senso, perché mi spinge ad andare oltre i miei limiti».

Tra un anno ti diplomerai. Hai già deciso che cosa vorresti fare da grande? «Vorrei andare all’università, studiare magari marketing e comunicazione, e fare un anno all’estero. Ho tanti sogni, e voglio realizzarli. Non mi pongo limiti».