
L’ex colonia Enel ha i mesi contati. La Provincia dice sì alla demolizione: "Abbatteremo il mostro nel 2025"
Ad agosto, se tutto filerà liscio, partiranno i lavori di demolizione dell’ex Questura di via Bassi. E tra pochi mesi sarà abbattuto anche un altro ’mostro’ di Rimini: l’ex colonia Enel tra Marebello e Rivazzurra. Il progetto è noto. Il Comune possiede una piccola parte (nonché le pertinenze) della colonia, inaugurata nel 1950 e chiusa da più di 40 anni. Il resto dell’edificio è in mano a un curatore fallimentare: la società che aveva acquistato l’ex colonia per farci un hotel è fallita da tempo. La struttura, da anni, è diventata un rifugio per balordi e spacciatori, causando – specialmente in estate – problemi di sicurezza e ordine pubblico. Il piano di Palazzo Garampi è quello di espropriare l’edificio per poi raderlo al suolo e realizzare una grande piazza sul mare, parcheggi e servizi.
Prima però va cambiata la destinazione d’uso di quell’area e, soprattutto, vanno eliminati i vincoli che gravano sull’ex colonia. Il consiglio comunale si era già espresso a favore del progetto. L’altro ieri anche il consiglio della Provincia ha dato il via libera (all’unanimità) alla variante che consentirà di realizzare l’intervento, una volta che l’edificio sarà espropriato. "Un passo fondamentale – dice il sindaco di Rimini e presidente della Provincia, Jamil Sadegholvaad – per realizzare finalmente la riqualificazione dell’area". Cosa manca ora? Soltanto l’ok della Regione. Ma è questione di giorni. La Regione ha già in agenda la questione dell’ex colonia: se ne discuterà il 19 giugno. E appena arriverà il via libera anche da Bologna, il Comune avvierà la procedura di esproprio. "I tempi – assicura l’assessore al demanio Roberta Frisoni – saranno piuttosto rapidi. Come abbiamo già anticipato, il nostro obiettivo è demolire l’ex colonia e avviare la riqualificazione dell’area in contemporanea con i lavori del Parco del mare in quel tratto". Quindi "ruspe nel 2025". E nel frattempo, si spera, sarà già stato abbattuto il ’mostro’ dell’ex Questura.
Manuel Spadazzi