
Oliviero Toscani (al centro in camicia bianca) durante la masterclass del 2017 a Rimini
Rimini e la Riviera lo hanno sempre affascinato. Anche se con la nostra terra Oliviero Toscani, il grande fotografo e artista scomparso ieri a 82 anni, ha avuto un rapporto controverso, fatto di alti e bassi. Come è stata, del resto, tutta la sua vita. C’è un episodio che la racconta lunga. Nel 1999 l’allora consulta delle associazioni economiche, con Confcommercio in testa, affidò a Toscani la campagna promozionale della Riviera. Lui venne a fare un sopralluogo e guardando la spiaggia disse: "Sembra una caserma militare con quelle cabine di legno". Quella battuta costò il lavoro a Toscani: non se ne fece nulla. Così come non decollò mai il progetto che, molti anni dopo, Toscani lanciò a Riccione, dove era venuto per il lancio del film The art of selling a bag dell’amico Marco Morosini: trasformare viale Ceccarini in una sorta di Cinecittà.
Era un vulcano di idee, Toscani. E il suo obiettivo si è posato varie volte su Rimini. L’ultima risale nel febbario 2017, quando organizzò al Grand Hotel una masterclass di fotografia, dal titolo Immaginare. Toscani pochi mesi prima (nel novembre 2016), parlando con Andrea Gnassi del progetto, descrisse così la città. "Rimini è pura immagine. Ognuno ha la sua percezione di Rimini. È un luogo speciale, che ha insegnato al mondo, è arrivata prima degli altri. Rimini è un posto di grande cultura, perché il divertimento è cultura. Forse non tutti se ne sono resi conto ma Rimini ha generato cultura moderna e poi l’ha insegnata al mondo. Per questo voglio partire da qui, perché qui c’è la possibilità di essere allegri, di avere energia e la fotografia è la documentazione di tutto questo: la documentazione della condizione umana".
Parole ripescate ieri dal sindaco Jamil Sadegholvaad per rendere omaggio a Toscani: "Sotto la scorza del visionario fino ai limiti del politicamente scorretto, Toscani aveva una sensibilità artistica e umana che gli faceva vedere o intuire cose semplici ma non banali, lineari ma non scontate. A suo modo era geniale. Grazie di tutto".
Manuel Spadazzi