MADDALENA DE FRANCHIS
Cronaca

Macfrut fa il pieno di visitatori. Focus su clima e nuovi patogeni

Il 41° Salone della filiera dell’ortofrutta chiude oggi. Tremila metri quadrati per i professionisti del settore

Macfrut fa il pieno di visitatori. Focus su clima e nuovi patogeni

Macfrut fa il pieno di visitatori. Focus su clima e nuovi patogeni

Rimini, 10 maggio 2024 – Macfrut entra nel clou e, alla seconda giornata, fa letteralmente il pieno di visitatori: l’affluenza al 41° Salone internazionale della filiera dell’ortofrutta, in corso al quartiere fieristico di Rimini, ieri è stata incessante fin dalle prime ore del mattino, con lunghe code agli ingressi. Erano tanti, in effetti, gli appuntamenti e i convegni previsti dal ricco programma, da quelli dedicati alla ricerca e all’innovazione varietale a quelli incentrati sull’analisi dei trend di consumo, sia in Italia che sui mercati internazionali. Ma da Macfrut, si sa, c’è spazio anche per momenti più ‘leggeri’ e ludici, come le degustazioni delle novità proposte dalle aziende espositrici e gli show cooking in compagnia di noti food blogger. E c’è l’opportunità di intraprendere un vero e proprio viaggio tra le regioni italiane - quest’anno domina la Puglia, scelta come regione partner della kermesse – o tra i vari continenti, attraverso sapori, profumi e colori che raccontano di terre lontane.

"Se si vuole conoscere il futuro dell’ortofrutta, bisogna venire al Macfrut", aveva dichiarato il presidente della manifestazione Renzo Piraccini mercoledì, in occasione del taglio del nastro. Al futuro si guarda nel doppio campo prova (circa 3mila metri quadri all’interno del Rimini Expo centre), dedicato all’innovazione frutticola e orticola; di futuro si discute nei numerosi approfondimenti tematici in calendario nella tre giorni di fiera. Come quello che, ieri mattina, si è tenuto allo stand di Apofruit, cooperativa ortofrutticola con oltre 2.700 soci in tutta Italia, che ha sede a Pievesestina di Cesena.

Apofruit collabora da anni con istituti di ricerca, Atenei e genetisti per selezionare varietà sempre nuove, in grado sia di incontrare le esigenze del mercato, sia di resistere alle avversità atmosferiche, causate dal cambiamento climatico. Una frontiera cruciale, quest’ultima, su cui si gioca la stessa sopravvivenza del settore ortofrutticolo, chiamato oggi a misurarsi con fenomeni atmosferici mai visti prima d’ora, nonché con agenti patogeni sconosciuti, non di rado favoriti dallo stesso cambiamento climatico. A questo proposito, l’esempio che viene in mente più facilmente è quello della pera, di cui l’Emilia-Romagna era, fino a pochi anni fa, la principale produttrice in tutta l’area europea: ora, il primo gradino del podio è occupato dal Belgio, Paese nel quale una coltivazione di questo frutto era semplicemente impensabile prima che irrompesse il cambiamento climatico.