
Il mitomane dei soccorsi si è palesato sulla spiaggia di Rivabella, in provincia di Rimini (foto di repertorio)
Rimini, 31 maggio 2025 - Il malore in mare. La chiamata ai soccorsi per salvare la vita di un turista colto da sindrome da sommersione dopo un tuffo finito male a Rivabella. E poi, la corsa sul posto dei sanitari del 118 che, ad attenderli, non hanno trovato solo il paziente bisognoso di aiuto e il bagnino della zona, ma, anche, un presunto "collega" il cui modo di fare sospetto non ha convinto sin da subito i soccorritori, nonostante un abbigliamento che lasciasse effettivamente presupporre a un primo sguardo l’abilitazione a sanitario-soccorritore. È questa la rapida sequenza di un salvataggio atipico capitato lo scorso sabato, una settimana fa, nella zona Nord di Rimini, dove appunto un uomo è stato assistito per una sindrome da sommersione – poi risolta senza particolari criticità – non solo però dal personale preposto del 118.
Secondo quanto ricostruito, infatti, sul luogo dell’incidente si sarebbe presentata anche un’altra figura. Un uomo che appunto ai sanitari si sarebbe qualificato come un collega e che avrebbe anche cercato di partecipare attivamente al soccorso. Una situazione gestita sul momento dal personale sanitario, ma che, successivamente, non ha mancato di far suonare un campanello d’allarme intorno alla sospettosa presenza inattesa durante i soccorsi. Stando quindi a quanto emerso sino a qui, la descrizione dell’uomo incrociato dai sanitari sulla spiaggia di Rivabella corrisponderebbe con una persona già nota per aver tenuto in altre parti della regione dei comportamenti simili.
Si tratterebbe insomma di un mitomane, un uomo che sfruttando l’accesso al sistema di segnalazione ‘Dae RespondER’ (un’applicazione per smartphone che allerta chi la possiede la posizione di situazioni di possibile arresto cardiaco) è in grado di recarsi sul luogo in cui sta avvenendo un intervento per spacciarsi ai veri soccorritori come un collega. Tant’è che, da quanto si apprende, il presunto mitomane in questione in queste circostanze indosserebbe anche alcuni abiti da lavoro che possono essere confusi con quelli degli operatori del 118, con tanto di targhette o scritte come "medico" o "soccorritore". Stando sempre ai primi riscontri, l’uomo dovrebbe aver partecipato in passato a un corso di formazione, tramite il quale potrebbe poi esser stato inserito (come è consuetudine) in una mailing list per poi avere accesso al sistema ’Dae RespondER’.
Al momento, l’episodio di Rivabella risulterebbe l’unico ‘avvistamento’ del mitomane – che comunque sarebbe già noto per comportamenti analoghi in altri territorio – nel Riminese. Tuttavia della situazione è già informata la direzione dell’Ausl Romagna che ha avviato una indagine interna per raccogliere più informazioni possibili intorno a questa figura, per poi decidere come agire di conseguenza. Non escludendo le vie legali.