MANUEL SPADAZZI
Cronaca

Quei gadget di Mussolini. I turisti indignati: "Basta. Una vergogna per Rimini". Blitz dei vigili nei market

Controlli a tappeto dopo le proteste. L’assessore Magrini: "Non c’è una legge contro questo commercio indecente, ma rendiamo la vita difficile a chi vende"

Sono tanti i bazar della zona mare di Rimini dove vengono venduti gadget fascisti, incluse le magliette con l’immagine di Benito Mussolini

Sono tanti i bazar della zona mare di Rimini dove vengono venduti gadget fascisti, incluse le magliette con l’immagine di Benito Mussolini

Rimini, 20 luglio 2025 – "Vuoi il vino di Mussolini? È buonissimo". Giovanna, in vacanza a Rimini da Bergamo con il marito e i due figli, squadra il titolare del market dall’alto in basso. A fianco alle bottiglie del Duce, in bella mostra ci sono altri gadget dedicati a Mussolini e Hitler. Magliette, bicchieri e tazze, portachiavi. Pochi minuti dopo la telefonata, indignata, alla polizia locale: "Com’è possibile che possano vendere certi oggetti che inneggiano al fascismo e al nazismo?", chiede Giovanna.

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Di segnalazioni così, per telefono e via mail, ne arrivano di continuo ai vigili di Rimini. E non solo: alcune sono state inviate direttamente agli uffici comunali e alla giunta. Una delle ultime l’ha fatta – pochi giorni fa – una coppia di tedeschi arrivata insieme ad alcuni amici da Stoccarda: "Vergogna... Veniamo qui in vacanza e ci ritroviamo in vetrina i portachiavi con la faccia di Hitler? Questa roba è vietata in Germania". In tanti market e bazar tra Marina centro e Miramare, è pieno di gadget con le effigie di Mussolini e Hitler. C’è chi – giustamente – continua a indignarsi contro chi li vende. "Purtroppo la legge – allarga le braccia l’assessore alla polizia locale Juri Magrini – non ci aiuta a contrastare questo commercio indecente. Ma non siamo rimasti con le mani in mano". Già: da alcune settimane, a seguito delle segnalazioni arrivate (e che continuano ad arrivare) "abbiamo chiesto ai vigili di intensificare i controlli sui negozi che vendono gadget nazifascisti". Gli agenti vanno e controllano tutto: la provenienza della merce, le fatture di acquisto, gli scontrini, i contratti dei dipendenti. Un’azione di ‘disturbo’ per rendere più difficile la vita a chi si ostina a vendere i gadget della vergogna "che offendono le persone e offendono Rimini, città medaglia d’oro al valor civile per la resistenza al nazifascismo".

Un’azione che cerca di supplire a un vuoto legislativo. Più volte è stato chiesto, anche dallo stesso Comune di Rimini, di integrare le leggi Scelba e Mancino per mettere fine a questo commercio scandaloso. "Nel 2015 il Comune di Rimini – ricorda Magrini – aveva pubblicamente sollecitato il parlamento a punire il fenomeno con una legge chiara e inaggirabile. La proposta riminese era stata fatta propria da alcuni parlamentari, primo firmatario il deputato del Pd Emanuele Fiano. Ma l’iter del disegno di legge si è arenato nel 2018". Da allora nulla è cambiato, e i vini e i gadget coi volti di Mussolini e Hitler continuano a essere esposti e venduti. "Noi continueremo a fare la nostra parte – conclude Magrini – auspicando che venga finalmente approvata prima o poi una legge che punisca questo commercio". Una battaglia che vede in prima linea anche l’Anpi riminese. "Ci arrivano tante segnalazioni, e non solo sui gadget in vendita nei market – spiega la presidente del comitato provinciale Annarita Tonini – Ci sono alcuni locali, pochi per fortuna, dove sono esposte in bella mostra foto e manifesti di Mussolini… Una vergogna".