Aveva dodici anni. Dodici: quasi quanto gli otto di reclusione inflitti nei giorni scorsi dal Tribunale di Rimini al 27enne che, durante il lockdown (allora di anni ne aveva 23), fu accusato di avere messo incinta la propria cuginetta di secondo grado, all’epoca dei fatti, appunto, di appena dodici anni. È per l’accusa di atti sessuali con minore infatti che un 27enne peruviano è stato condannato in primo grado: per avere messo incinta la parente dopo alcuni rapporti che l’imputato ha sempre sostenuto fossero "consenzienti".
L’orrore in famiglia era venuto alla luce pochi mesi dopo il lockdown, a novembre 2020, quando gli insegnanti dell’adolescente si erano resi conto del rigonfiamento sospetto nel ventre della giovane. Proprio dopo la segnalazione, i genitori avevano portato la ragazzina dal medico, facendo la scoperta. Una gravidanza di cui subito i parenti avevano chiesto conto alla 12enne, così come informazioni su chi fosse il padre del bambino poi venuto alla luce qualche mese dopo. Da qui si era poi risaliti al cugino, all’epoca 23enne, il quale era stato denunciato ai carabinieri di Riccione.
Così si è poi articolata la lunga inchiesta della procura di Rimini (pm Davide Ercolani) che ha portato il magistrato a chiedere per il 27enne una condanna a 10 anni, ipotizzando per lui anche il reato di violenza sessuale per un altro presunto episodio nei confronti di un’altra cugina minorenne. Per questa accusa, però, l’imputato è stato assolto.
f.z.