REDAZIONE RIMINI

Tilde e Patrizia, prime donne in polizia: "Che fatica abbattere i pregiudizi"

Le due sammarinesi, entrate nel Corpo a fine anni ’70, hanno aperto la strada a tante altre colleghe

Da sinistra Tilde Tosi, Francesca Busignani e Patrizia Levorato

Da sinistra Tilde Tosi, Francesca Busignani e Patrizia Levorato

"Il primo concorso c’è stato nel 1976, voluto dal comandante che voleva inserire le donne nel corpo degli allora Vigili Urbani, oggi Polizia Civile". "Un percorso inizialmente non facile". Ma la ’battaglia’ di Tilde Tosi e Patrizia Levorato, le prime donne poliziotte di San Marino, è servita a tante dopo di loro. "Quella di scardinare i pregiudizi è stata la più grande delle sfide – racconta Tilde Tosi, intervistata dal segretario di Unione sammarinese lavoratori Francesca Busignani – Inizialmente siamo state accolte bene, poi sono iniziati anche i malumori. Non tanto perché le donne stavano portando via il lavoro agli uomini, però si stavano inserendo in un ambiente lavorativo maschile. Già sentivamo una certa responsabilità addosso. Anche solo il fatto di portare la divisa, che fu ’istituita’ proprio per noi, non è stato semplice". Si conclude il primo periodo di lavoro, poi... "Non ci volevano per il periodo estivo – racconta Tosi – Non ci hanno fatto riprendere il nostro ruolo. Ma non ci siamo fermate, siamo andate anche dalla Reggenza. Fino a quando quel posto lo abbiamo riottenuto. Diciamo che all’inizio i colleghi uomini non ci vedevano di buon occhio, ma alla fine ci hanno accettato". Tanto da diventare quasi una famiglia. "Proprio così". Un ‘amore’ sbocciato con i colleghi e un’utilità sempre più accentuata ’sul campo’. "Ci sono stati anche degli episodi che io ho vissuto di persona – racconta Patrizia Levorato – con una ragazza che aveva subito violenza. Siamo state a diversi giorni con lei, ed è stato importante ci fosse una donna. Perché comunque ha un altro tipo di approccio. È bene che ci sia anche questo supporto, questo sostegno della donna". "Queste due donne – sottolinea il segretario Busignani – hanno aperto la porta a tantissime altre, anche se le difficoltà a conciliare vita lavorativa e famiglia permangono come purtroppo i numeri ci raccontano. Sempre più donne sono costrette a rinunciare al lavoro o a lavorare part-time, e c’è anche chi tra le mura domestiche subisce purtroppo violenza". La sindacalista sottolinea come i colleghi di lavoro possano essere "una risorsa nella lotta contro la violenza che spesso si consuma nelle case, ma oggi come ieri si combatte anche contro l’indifferenza. Per cui piuttosto che fare qualcosa per aiutare l’altro si preferisce ignorare che vi sia un problema. Noi non possiamo invece più tollerare la violenza di genere. È nostro dovere promuovere un cambiamento culturale profondo che metta al centro il rispetto".