ANDREA OLIVA
Cronaca

"Villa Mussolini non è un affare di famiglia"

L’Anpi replica alla nipote del Duce: "Non appartiene più a loro. La revoca della cittadinanza onoraria? Gesto simbolico"

Villa Mussolini e, nel riquadro, Annarita Tonini dell’Anpi

Villa Mussolini e, nel riquadro, Annarita Tonini dell’Anpi

Il futuro di Villa Mussolini non è più affare della famiglia Mussolini, dice Annarita Tonini, presidente provinciale dell’Anpi, l’associazione nazionale partigiani d’Italia. La presidente interviene sul futuro della villa (dopo essersi detta favorevole a cancellarne il nome) replicando a Edda Negri Mussolini, la nipote del Duce, che aveva detto: "Se fossero coerenti dovrebbero raderla al suolo, non solo cambiarne il nome". "Demolirla? Decideranno gli attuali proprietari – ribatte Tonini –. Non sono affari della famiglia Mussolini. E se anche fosse? Non appartiene più a loro, una preoccupazione poco legittima. Pensasse invece a quanto ha demolito suo nonno, specialmente fuori dai confini". Era stata l’Anpi provinciale ad avanzare al Comune di Riccione la richiesta di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, risalente al 4 novembre 1923. Revoca poi votata dal consiglio comunale la scorsa settimana. Un atto contestato da Edda Negri Mussolini e il centrodestra come tentativo di cancellare la storia. "Non è così. Riccione ritiene semplicemente che avere Mussolini cittadino onorario sia inaccettabile, indegno. Si è voluto superare uno stato che non era più adeguato in quanto la storia è movimento, evoluzione e non staticità: voleva essere un segnale, un gesto densamente simbolico e così è stato".

Tant’è che "in consiglio comunale non si fa la storia, si fa politica. Se si parla di Mussolini non si tratta di un mero argomento storico, ma di merito politico". Da quella onorificenza è trascorso oltre un secolo, "perché revocarla oggi e non 50 anni fa? È una domanda inutile. È invece legittima la domanda: Cosa vogliono cambiare? Noi crediamo che Mussolini (che impersona il fascismo) sia solamente da condannare, e ripudiarlo istituzionalmente è stata la nostra richiesta, mentre accoglierla è il minimo per uno stato nato dalla Costituzione. Non vogliamo cancellare nulla, anzi, vogliamo che il fascismo sia conosciuto per ciò che è stato, ovvero la negazione della democrazia e della libertà". Anpi avverte anche gli operatori commerciali e turistici. "Deve essere chiaro che giudichiamo spregevole trovare t-shirt e tazze inneggianti al fascismo e a Mussolini", inoltre "anche la titolazione di quell’edificio (Villa Mussolini) come richiamo per attirare turisti lo troviamo tale".

C’è un aspetto duramente contestato da Anpi, ed è quello relativo al clima d’odio che atti simili stanno generando a detta della nipote di Mussolini. "Il suo avo e i fascisti che a lui si richiamano ne hanno date di lezioni magistrali". Poi la replica rivolta allo storico Piero Meldini: "Le vendette postume non servono a nulla, concordiamo. Anche il suo parere non serve a nulla".

Andrea Oliva