Albarella, trovato un femore in spiaggia. Sos dei turisti

Nei giorni scorsi lungo il litorale era venuta alla luce una mandibola

Il sostituto procuratore Sabrina Duò (foto Donzelli)

Il sostituto procuratore Sabrina Duò (foto Donzelli)

Rovigo, 27 agosto 2019 - Dopo la mandibola a spuntare dalla sabbia è un femore. Ossa che sembrerebbero umane emergono in spiaggia ad Albarella, nel comune di Rosolina. L’ultimo ritrovamento è di sabato sera, alcuni bagnanti hanno intravisto un frammento osseo di circa 12 centimetri in avanzato stato di decomposizione. Il reperto è stato sequestrato dai carabinieri che lo hanno messo a disposizione dell’autorità giudiziaria, come il precedente.  A coordinare le le indagini sarà il sostituto procuratore Sabrina Duò.

Nell’isola martedì scorso, attorno alle 19,30, dei turisti che alloggiavano ad Albarella hanno notato qualcosa di strano e ad un primo sguardo è parso si trattasse di una mandibola, non troppo diversa da quella di un uomo. Il reperto verrà portato nello studio del medico legale di Ferrara, Lorenzo Marinelli. Il pubblico ministero ha deciso di conferire a lui l’incarico di scoprire di cosa si tratti esattamente, se di ossa umane o di qualche animale e di stimare con la precisione consentita dalle strumentazioni la data del decesso.

Sempre che le ossa appartengano alla stessa persona, o allo stesso animale, perché al momento non si più escludere nemmeno che si tratti di una coincidenza e che i due frammenti non siano collegati. Con ogni probabilità sarà disposta l’estrazione del dna da entrambi i frammenti, cosa che consentirà di inserirli nelle banche dati dei dispersi. I carabinieri stanno procedendo con gli accertamenti del caso senza essere giunti, per ora, ad identificare una pista concreta da approfondire.

Non è la prima volta che in provincia affiorano resti ossei e nonostante le analisi del dna e le ricerche degli esperti non si è mai riusciti a risolvere il mistero. A parte in un’occasione quando nelle acque dell’Adige, era l’aprile del 2017, è stata ripescata un’auto Peugeot 306 all’interno della quale c’era un cadavere del quale erano rimaste solo le ossa. Il fatto che l’auto corrispondesse con quella di Antonio Favarin, commerciante di Solesino scomparso il 23 marzo del 2009, ha aiutato molto gli inquirenti. Decisivo è stato poi l’aver potuto riscontrare le tracce di un’operazione chirurgica che l’uomo aveva subito prima di far perdere le proprie tracce.