Funerali a Rovigo, immenso dolore all'addio ai tre ragazzi morti nell'incidente

Le tre bare affiancate, per volontà delle famiglie. La voce rotta di amici e professori: "A quell'età non si deve morire"

Le bare di Marco Stocco, Filippo Bettarello e Micahel Zanforlin (foto Donzelli)

Le bare di Marco Stocco, Filippo Bettarello e Micahel Zanforlin (foto Donzelli)

Rovigo, 30 ottobre 2021 - Sono giunti insieme, affiancati nella morte come nella vita, Michael Zanforlin, Marco Stocco e Filippo Bettarello, i tre giovani morti nella notte del 27 ottobre a causa di un terribile incidente d’auto (foto). In una Rovigo ferma per il lutto cittadino si sono celebrati i funerali dei tre ragazzi. Ad accoglierli migliaia di persone, una piazza gremita degli amici, dei compagni, dei parenti e conoscenti, stretti nelle braccia uno dell’altro per riuscire a farsi forza.

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Ad accompagnarli le note e le parole della canzone ‘Blu Celeste’ del cantante Blanco, una canzone che parla di assenze, del dolore di chi guarda il cielo, cercando qualcuno che non c’è più. “Davanti alla tragedia della loro morte ogni parola ed ogni considerazione appare inadeguata - ha recitato il Vescovo Pieranotonio Pavanello -. Una città intera sta soffrendo assieme alle famiglie di questi giovani. È importante che ciò che stiamo vivendo oggi costituisca la motivazione per un impegno nuovo della comunità verso i ragazzi. Questo tragico evento ci ha messo davanti agli occhi la bellezza e la fragilità di questa età, con le sue debolezze e le sue solitudini”.

Spezzate le voci degli amici e degli insegnanti, nel ricordare i ragazzi. “Quante volte siamo di fretta e non facciamo attenzione ai sorrisi e agli sguardi - ha commentato Linda Zaffi, rappresentante degli studenti dell’istituto De Amicis cittadino -. Poi basta un momento e niente è più come prima . Rimane un silenzio, assordante, che ci fa capire quanto sia breve e imprevedibile la vita. In questi momenti ci sentiamo soli, ma invece dovremmo capire quanto sia importante l’affetto che ci lega”.

Giovani pieni di gioia, che si apprestavano ad affrontare la vita, carichi delle loro insicurezze, paure e dubbi, che ora lasciano un vuoto incolmabile in coloro che restano. “Mai avremmo voluto entrare in classe e vedervi piangere - ha commentato un professore -. A quella età non si deve morire. Ci hanno colpito i vostri silenzi ed i vostri sguardi persi, quel giorno le ore sono diventate infinite. La scuola diventa una seconda famiglia, per voi ma anche per noi. Oggi abbiamo perso tre alunni, tre amici, tre figli. Ciao Zanfo, ciao Betta, ciao Marco”.

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