Iras Rovigo maltrattamenti, via agli interrogatori. "Minacce di morte al personale"

La denuncia del Comitato dei familiari degli ospiti: "Abbassare i toni"

La struttura dove avvenivano i maltrattamenti

La struttura dove avvenivano i maltrattamenti

Rovigo, 20 agosto 2019 - Insultate e minacciate di morte: «Ora, abbiamo davvero paura». Dopo la sospensione di 9 dipendenti della Casa di riposo di San Bortolo per sospetti maltrattamenti ai danni degli anziani ospiti, è alta la preoccupazione tra le circa trenta operatrici sanitarie in servizio in questi giorni. Le operatrici sarebbero infatti state minacciate e insultate attraverso una serie di commenti apparsi, in questi giorni, sui social network. «Sono momenti difficilissimi per le oss e le infermiere in servizio all’Iras – spiega il presidente del Comitato dei familiari degli ospiti, Alessandro Sasso - , si sentono infatti gli occhi puntati addosso anche se non c’entrano nulla con l’inchiesta in corso. Molte di loro sono addirittura costrette ad assumere calmanti per riuscire a lavorare e trasmettere serenità agli ospiti».

«Tutto il personale della Casa di riposo – spiega – è infatti finito al centro di una gogna mediatica che trova sfogo, in particolare, sui social, dove le operatrici sarebbero state addirittura minacciate di morte».

Un clima divenuto dunque insostenibile per le dipendenti della casa di riposo in servizio nei reparti al centro dell’inchiesta per maltrattamenti agli anziani. L’altro giorno, un’operatrice proprio a causa dello stress psicologico accumulato sarebbe finita anche al pronto soccorso. Altre, invece, dopo avere letto una serie commenti contenenti minacce rivolte al personale, sarebbero state colte da attacchi di panico, temendo nei loro confronti ripercussioni e vendette.

«Come familiari siamo davvero scioccati per quanto accaduto ai nostri cari ospiti della struttura – spiega Sasso -, il clima infatti a San Bortolo non era dei migliori, mai però ci saremmo aspettati tanta violenza da quelle operatrici che sembravano comprenderci e accudire con amore e professionalità i nostri anziani». image

E aggiunge: «L’indagine è ovviamente ancora in corso, aspettiamo dunque fiduciosi il corso della giustizia». I familiari, in questo momento, raccontano di temere per il futuro dei loro cari che si trovano ricoverati. «Anche gli ospiti hanno risentito ovviamente di quanto accaduto – spiega il presidente del Comitato -, sono dispiaciuti per le operatrici che hanno sempre lavorato con professionalità e rispetto nei loro confronti. Il clima di mortificazione e di paura che ha, di riflesso, investito tutto il personale in servizio non è infatti facile da affrontare anche da parte di noi familiari che frequentiamo quotidianamente la struttura».

«In qualità di portavoce del Comitato – spiega Sasso - invito dunque le persone, in particolare chi frequenta i social, ad abbassare i toni e non promuovere l’odio nei confronti anche di quelle operatrici che in questo momento stanno lavorando, come hanno sempre fatto, con professionalità ed impegno». Nel frattempo, questa mattina cinque dei nove indagati compariranno, accompagnati dai loro legali, davanti al gip Pietro Mondaini per l’interrogatorio di garanzia. Domani toccherà agli altri quattro.