Rovigo, bambino che ha sparato alla mamma torna a scuola. Indagine aperta

Tra i banchi anche il fratello maggiore. Allo studio della sindaca Luisa Beltrame un percorso sociale condiviso con azienda sanitaria, consultorio, docenti, parrocchia a sostegno dei due bambini di 8 e 11 anni orfani di madre

La sindaca di Ariano Polesine, Luisa Beltrame

La sindaca di Ariano Polesine, Luisa Beltrame

Ariano Polesine, 05 aprile 2023 - “Pianificheremo e presenteremo un percorso di supporto sociale per i due bambini”. La sindaca del comune di Ariano Polesine, Luisa Beltrame, in relazione ai tragici fatti, la morte di Rkia Hannaoui, 31enne marocchina uccisa da un colpo di pistola maneggiata accidentalmente dal figlio minore, si sofferma sulla ricaduta sociale verso i due figli. A tal proposito precisa come: “I due bambini, dopo alcuni giorni di assenza, mi hanno confermato che sono tornati regolarmente a frequentare la scuola elementare del territorio. Adesso come amministrazione – aggiunge Beltrame - si vuole attivare, con le doverose cautele e assenso della famiglia, tutte le necessarie misure di supporto sociale, con il dovuto tatto in modo da renderli partecipi di un percorso che metta insieme la scuola, l’azienda sanitaria ed il consultorio. Nei prossimi giorni, andrò ad incontrarli con la famiglia e, supportata anche da un assistente sociale, illustreremo quelle che possono essere le azioni di sostegno per i due minori. Tutto ciò nella piena condivisione e disponibilità della famiglia. Si cercherà con le dovute maniere d’insistere su questa pianificazione, nel rispetto e attenzione che si dovrà avere verso i minori”.

"La comunità vuol essere vicina”

I due bambini, come detto, hanno ripreso la scuola elementare lunedì scorso 3 aprile, quello di 8 anni frequenta la seconda e quello più grande la quinta: “Ci fa molto piacere – prosegue Luisa Beltrame – che siano tornati a scuola, fin da subito mi è stato riferito che i docenti si sono adoperati con grande professionalità in un percorso preciso con le classi sull’approccio e la relazione da avere con i propri compagni. Valuteremo anche il coinvolgimento dell’istituto scolastico e della parrocchia locale con attività didattiche e campi estivi”. In conclusione il sindaco Luisa Beltrame ritorna su quanto accaduto, mostrando la vicinanza di un’intera comunità: “Si tratta di una tragedia ed un dramma sotto molti punti di vista, che ha colpito questa famiglia e tutti noi. Anche per questo auspico si possa trovare una condivisione per delle progettualità inclusive, sarà importante capire l’approccio e la possibilità di attuarle a sostegno dei due bambini. La comunità intera vuole essere vicina alla famiglia in questo difficile momento della loro vita”.

A che punto è l’indagine

La Procura della Repubblica di Rovigo, ieri aveva dichiarato che Rkia Hannaoui, 31 anni, morta con un proiettile in testa il 29 marzo 2023, mentre veniva portata via in ambulanza, era stata vittima di un omicidio “di natura colposa frutto di condotta accidentale”. La verità era emersa quando, nella mattinata di ieri, nei terreni circostanti l’abitazione era stata rinvenuta un’arma compatibile con il proiettile rinvenuto sul cadavere della vittima e c’erano quindi stati “chiarimenti” da parte degli “stretti familiari della vittima”.  L’indagine però non è conclusa: la Procura infatti “procede per accertare responsabilità colpose di terzi in ordine a quanto accaduto in dipendenza della omessa custodia dell’arma con relativi proiettili”, mentre la posizione dei familiari minori, non imputabili, sarà sottoposta al vaglio del Tribunale dei minori.  Restano tanti aspetti da chiarire: innanzitutto dove la donna sia stata colpita perché nella cucina in cui è stata trovata ancora viva dai soccorritori (è morta poi in ambulanza), non c’erano ingenti tracce di sangue compatibili con uno sparo. E l’autopsia avrebbe determinato che il colpo sarebbe avvenuto a distanza non ravvicinata. Inoltre perché l’arma del delitto è stata trovata in un campo? É stata nascosta in un momento successivo oppure quella che sembra essere solo una tragica fatalità si sarebbe consumata all’esterno? Perché il vicino avrebbe dichiarato di non aver udito alcuno sparo e sostenuto che la donna fosse svenuta per il digiuno dovuto al Ramadan e perché anche il marito della vittima avrebbe sostenuto la versione del malore della donna? Inoltre ci sono delle responsabilità da accertare: come è stato possibile che il bambino di 8 anni entrasse in possesso di una pistola carica, con cui voleva solo giocare? Sono ancora tante le risposte attese per chiudere questa vicenda.