Donna morta in casa a Rovigo, l’autopsia trova il proiettile in testa

Gli esami hanno confermato l'ipotesi fatta dagli investigatori. Ora si cerca l’arma dell’omicidio

Rkia Hannaoui, uccisa con un proiettile alla testa ad Ariano Polesine. I carabinieri sul luogo dello sparo

Rkia Hannaoui, uccisa con un proiettile alla testa ad Ariano Polesine. I carabinieri sul luogo dello sparo

Ariano Polesine (Rovigo), 3 aprile 2023 – Si tratta di una prima svolta concreta nelle indagini sulla morte della 31enne Rkia Hannaoui. Mercoledì 29 marzo la procura di Rovigo parlava di ferimento alla testa "presumibilmente a causa di un proiettile" facendo intendere che per la conferma o l'eventuale smentita serviva l'esito dell'autopsia.

Esito che è arrivato puntuale oggi e va nella prima ipotesi. "Gli accertamenti autoptici eseguiti in data odierna dal medico legale incaricato dalla Procura della Repubblica sulla salma di Rkia Hannaoui – scrive la Procura nella nota diramata – dicono che vi è un foro d’ingresso nella regione temporale sinistra riconducibile ad un proiettile in metallo integro, calibro 22 (salvo maggiore approfondimento balistico), poi rinvenuto in regione temporo-parietale destra e avviato agli accertamenti balistici; tale proiettile ha attinto la regione del cranio della vittima con direzione fronto-occipitale, da sinistra verso destra, caudo-craniale; è escluso, in questa fase, che il colpo d’arma da fuoco sia stato esploso a contatto, ovvero a distanza ravvicinata”.

Il fascicolo in procura a Rovigo è stato aperto fin da subito per il reato di omicidio ma, fino all'ultima nota della procura, era contro ignoti. Ora si tratterà di capire se nelle prossime ci sarà un indagato. Altra prova ‘regina’ è rappresentata dal ritrovamento dell’arma da cui è partito il proiettile.

A tal proposito nei giorni successivi alla morte della donna 31enne, i carabinieri hanno sequestrato quattro fucili ed una pistola a casa del proprietario del casolare di campagna, dove la famiglia marocchina abitava in affitto. Le ricerche si erano concentrate anche su un fabbricato rurale abbandonato, senza rinvenire nulla. Un mistero, quindi, che al momento ha una certezza sulla causa della morte ora si tratta di capire chi ha sparato. Su cosa sia realmente successo quel 28 marzo, inoltre, tra le ipotesi, anche che la donna sia stata ferita esternamente alla casa.

Non è stato ‘un malore’

A seguito dell’esito di quanto confermato dall’odierna autopsia, ovvero, la presenza di un proiettile nella testa di Rkia Hannaoui, le indagini si rafforzano chiaramente verso il reato di omicidio. Tutto questo non fa altro che ‘smentire’ le ricostruzioni fatte nei giorni scorsi dal proprietario di casa e il marito della vittima, Lebdaoui Asmaoui, 52 anni, il quale ha un forte alibi in quanto era in un altro luogo, con altre persone, al momento dei fatti. Quest’ultimo aveva dichiarato che nel primo pomeriggio del 28 marzo la moglie, in casa con i due figli, è svenuta improvvisamente, mentre stava facendo una videochiamata con la madre, che abita in Marocco, battendo forte la testa contro il fornello della cucina, quindi sostenendo che si è trattato di un incidente domestico. Una tesi supportata anche dalle ultime dichiarazioni del proprietario dell’appartamento: “È morta perché ha sbattuto la testa. È caduta perché è andata in svenimento, in quanto non mangiava per il Ramadan”.

I fatti

Rkia Hannaoui, 31 anni, casalinga marocchina residente ad Ariano Polesine (Rovigo), è stata dichiarata morta il 29 marzo. L'intervento dei carabinieri nella cucina del piano terra della casa di via Fine ad Ariano Polesine, dove la donna viveva assieme ai due figli, di 8 e 11 anni, e al marito, è avvenuto alle 16 circa di martedì 28 marzo. L'arrivo all'ospedale di Rovigo della donna, ferita gravemente, è delle 17.46 dello stesso giorno. Nemmeno 24 ore dopo la commissione medica ha decretato la morte della paziente, che si trovava in terapia intensiva. Un mistero sulla sua morte di Rkia Hannaoui, che potrebbe avere presto anche un indagato. Mario Tosatti