MARIA SILVIA CABRI
Vivere Carpi

"Adesso sono io". Donne libere dalla violenza

Il volume è scritto da Gualtieri, Paltrinieri e Pavesi: tre vissuti e prospettive, ma un’unica voce per riflettere sulla forza di reagire

Il volume è scritto da Gualtieri, Paltrinieri e Pavesi: tre vissuti e prospettive, ma un’unica voce per riflettere sulla forza di reagire

Il volume è scritto da Gualtieri, Paltrinieri e Pavesi: tre vissuti e prospettive, ma un’unica voce per riflettere sulla forza di reagire

"Adesso sono io. Sono sopravvissuta e, nonostante qualche cicatrice sul corpo e nel cuore, mi vedo addirittura più bella, più forte, più libera. Sono una delle tante. Troppe".

Sono voci di donne, storie di sopravvivenza e libertà, di riscatto, quelle che animano ‘Adesso sono io’, il libro di Franca Gualtieri, imprenditrice e scrittrice, Elisa Paltrinieri, giornalista e Simonetta Pavesi, docente liceale di lettere.

Il volume è stato realizzato con il contributo del Centro antiviolenza Vivere Donna.

La violenza fa paura. Viverla, sentirne parlare. Loro però, hanno deciso di non voltarsi dall’altra parte e scrivere, raccontando di queste storie, "prese in prestito dalla cronaca, dall’esperienza e dal proprio vissuto". "Abbiamo imbracciato l’arma che ci è più congeniale, la penna".

Quanto può fare la scrittura? "La scrittura non edulcora la realtà, anzi. La parola scritta si può rileggere, favorisce una riflessione più profonda. Non abbiamo voluto divulgare semplicistiche terapie illusorie ma raccontare storie, magari meno note, che potrebbero rischiare di passare sottotraccia e che invece appartengono al quotidiano".

C’è un filo conduttore nella scelta dei racconti?

"La volontà delle singole protagoniste di affrontare la questione, superarla o almeno avviare un iter di vita rinnovata e di recuperata autostima.

Non c’è un lieto fine fasullo né di maniera; tuttavia ha una connotazione positiva insita nel superamento della problematica iniziale".

Tre donne, diversi vissuti e modi di comunicare. E un titolo al singolare: come avete conciliato il pluralismo con l’unicità?

"Gli stili comunicativi corrispondono a tre personalità e vissuti, prospettive e approcci con il reale diversi, per fornire una visione pluri prospettica capace di cogliere aspetti variegati di un fenomeno articolato ma che ha come focus unificante la violenza e, poi, la forza di reagire". ‘Adesso sono io’: presa di coscienza liberatoria o affermazione rivendicativa?

"L’una non esclude l’altra, ma primeggia la presa di coscienza liberatoria con cui la donna si emancipa da pregiudizi e recupera autonomia e fiducia nella libertà, come esprime l’immagine di copertina: una donna apre la finestra e si ri-affaccia sul mondo che ha davanti".

È possibile una redenzione di uomini violenti?

"Gran parte delle violenze avviene nell’ambiente familiare dove spesso ancora sussiste una mentalità patriarcale. Non crediamo a una redenzione universale che ha qualcosa di utopico; è più probabile il ravvedimento di singoli uomini o futuri uomini, mediante un’educazione e ri-educazione mirata".

Come reagisce il pubblico alle presentazioni?

"Una platea variegata, dove non sono mancati gli uomini, attenta, incuriosita e disponibile a recepire il messaggio e la volontà di arginare il fenomeno, disvelando meccanismi più o meno sofisticati di manipolazione. Un pubblico silenzioso, non perché disattento ma pronto a mettersi in discussione".

Vi ha cambiate questa esperienza?

"Ci ha arricchite già nei momenti di confronto, con il reciproco scambio di opinioni, la scelta delle modalità comunicative e il rispetto delle personali competenze.

È emersa la volontà di contribuire a un cambiamento di rotta salvifico per le donne: ci sentiamo ancora più ‘battagliere’".